Un grande classico che, nel cartellone di “Castellinaria”, non poteva certo mancare, anche perché si tratta del primo film di animazione in 3D ispirato alla storia del celebre racconto di Jack London, Zanna bianca.
In realtà, il romanzo è stato molto gettonato negli adattamenti cinematografici e televisivi. Se ne ricorda uno di Lucio Fulci risalente al 1973, con Franco Nero (e il relativo seguito Il ritorno di Zanna Bianca del ’74). Anche le altre produzioni cinematografiche fino alla fine degli anni Settanta portano il marchio italiano. È del 1991 però il primo adattamento americano Zanna Bianca – Un piccolo grande lupo (1991) di Randal Kleiser, seguito nel 1994 da La leggenda di Zanna Bianca con Ethan Hawke. Nello stesso periodo, nel 1993, fu prodotta anche una serie tv.
Tuttavia, questo nuovo film d’animazione, per la regia di Alexandre Espirgares (al suo debutto in questo ruolo!), colpisce subito per l’impostazione; particolarmente curate infatti le ambientazioni e le tonalità, molto naturali e quasi alla “National Geographic” o simili a un dipinto espressionista; simbolo, come suggerisce il film stesso, “di un’eternità che irride alla futilità”.
Come ha avuto modo di affermare il regista stesso, egli è rimasto entusiasta dalla sceneggiatura che gli veniva proposta perché differiva da tutte le altre: gli animali non cantavano e non parlavano, come spesso succede. La logica, piuttosto, era seguire l’animale nella natura. Da qui la forza del film.
Punti a favore che vanno ad esaltare una storia che piace da sempre, perché con semplicità parla di grandi valori: la fatica di diventare migliori e di imparare dominare gli istinti grazie all’amore. La storia, per altro, è nota. Un cucciolo di lupo si addentra nelle foreste dello Yukon accanto alla sua mamma, con la percezione che tutto intorno a lui sia in parti uguali meraviglia e pericolo. Appena un po’ cresciuto, il cucciolo si imbatte in un capo indiano, Castoro Grigio, che riconosce nella lupa madre il cane da slitta che l’aveva valorosamente aiutato in passato e adotta lei e suo figlio, dando al piccolo il nome di Zanna Bianca. Il cucciolo dovrà però presto affrontare la durezza della vita, venendo venduto a personaggi poco affidabili.
“Il bene e il male, in ambienti duri come la foresta, risplendono con particolare chiarezza; il bene come consolazione alla sofferenza, il male come minaccia”, recita la voice over che accoglie i giovani spettatori. Da subito si fornisce dunque una chiave di lettura dell’intero percorso di Zanna Bianca: un percorso di riscatto, anzi di redenzione che lo porta ad attraversare zone particolarmente buie per giungere alla luce; proprio come la scena iniziale, che lo vede ancora piccolo affrontare eroicamente per la prima volta il mondo, lasciatosi alle spalle il buio della caverna.
Il film è una coproduzione franco-americana-lussemburghese: a suo favore, oltre il debutto alla regia di Alexandre Espigares (con una lunga esperienza come animatore in produzioni come 9, la serie Star Wars The Clone Wars, Happy Feet 2 e il tedesco Tarzan), le firme alla sceneggiatura, con Dominique Monfery, ex-animatore degli studi Walt Disney Animation France, coautori di molte delle animazioni di famosi film appartenenti al Rinascimento Disney degli anni Novanta. La voce narrante italiana del film, invece, è di Toni Servillo. E il successo dell’operazione è perfettamente confermato dalla reazione del pubblico dei giovani ticinesi in sala: uno scroscio di applausi, soprattutto nel momento clou, quando il piccolo lupo decide di non vendicarsi della tirannia del suo padrone, perché ormai è stato educato all’amore e al rispetto (anche delle galline, che mangerebbe volentieri). Insomma, magnifica sceneggiatura, sicuramente in grado di colpire il cuore dei più giovani e non!
Laura Quadri