Al suo secondo giorno JazzAscona ritrova alcuni dei nomi che hanno fatto la fortuna e la storia del festival.
Leroy Jones, uno dei maestri della tromba della Louisiana – fresco del successo di A Man And His Trumpet – The Leroy Jones Story, il documentario di Cameron Washington – abbraccia nuovamente l’amico sassofonista Uli Wunner per saggiare le reazioni dei fan con il suo Jazz Creole. Per Jones si tratta di attendere solo altre novantasei ore per venire insignito dell’Ascona Jazz Award e festeggiare un altro prestigioso traguardo.
Adonis Rose, batterista e direttore della New Orleans Jazz Orchestra (NOJO), comincia a saggiare la preparazione del pubblico con l’ensemble group The NOJO7, in attesa dell’entrata in scena della big band: appuntamento alle 22.30 allo Stage Elvezia.
Primi passi all’edizione 2019 (RSI Corner, a partire dalle 17:45) anche per Al Copley, il pianista e cantante di Buffalo, stato di New York, con il suo travolgente blues & boogie. Sempre da oltreoceano arriva il sassofonista californiano Sax Gordon con la sua miscela di rock and roll, soul e jazz, un mix di stili che rappresenta al meglio le molte sfumature della musica made in USA.
Sicuro di trovare il caloroso consenso dei connazionali e non solo, l’organista ticinese Frank Salis presenta allo Stage Elvezia, partire dalle 20.30, il progetto dedicato alla Crescent City nato proprio al jazz festival e realizzato con il trombonista e cantante Michael Watson.
Il palco principale, a partire dalle 22.00, ospita il vicentino Paolo Tomelleri, sassofonista e clarinettista classe 1932, con la sua Big Band (alla voce Celeste Castelnuovo). A Tomelleri il compito gradito di ricordare con lo spettacolo Today’s Swing Era come le vibes di New Orleans – da sempre ben radicate in Europa – abbiano ancora molto da raccontare.