Incredibile, le “incredibilità” sono tante. Sono quasi le 6 e 30 del mattino (e chi dorme!). E sto viaggiando sul treno del sogno. E come leggete sono riuscita a decifrare con il mio russo da viaggiatrice le richieste per connettermi alla loro rete e funziona, come leggete, se leggete…
Ieri sera ho assaporato un autentico borsh, la zuppa di barbabietole, una delle pietanze-regina della cucina russa, nell’albergo delle sette sorelle (forse l’ultimo pasto decente, prima d’imbarcarmi? Chissà). E poi con grande anticipo in stazione e subito salta agli occhi che, se da noi e in molta Europa questi luoghi sono semi-deserti di notte, vista anche la penuria di treni in quelle ore, qui gli ambienti ferroviari sono affollatissimi, date le grandi distanze di questo grande paese. C’è chi approfitta per schiacciare un pisolino, prima della partenza, chi mangia, chi semplicemente attende. Sul display vedo le indicazioni del mio treno in alternanza cirillico e caratteri latini (in inglese). Il numero del binario apparirà più tardi. Ed eccomi davanti al treno, con enorme emozione, su una colonnina appare la scritta “0”, chilometro “0” e io da lì sto partendo per il più lungo viaggio ferroviario, diretto, del mondo. Le formalità con la simpatica e gentile “provodnitsa”, il personaggio che ci accompagnerà durante tutto l’itinerario. E la sistemazione in cabina. C’è posto piccolo ma per tutto. Presto si trasformerà in un accampamento. Perlustrazione del bagno: pulitissimo. Doccia? Devo ancora informarmi.
Dormo pochissimo – troppa emozione e voglia di osservare lo scorrere dei boschi, poco fa era il chilometro 512, un diciottesimo del viaggio. Passato Semenov… Mi abituerò a nomi mai sentiti. Adesso vi lascio. Vi racconterò l’esperienza della colazione, mentre continuano a scorrere boschi…
1. Continua