Si è svolto ieri sera il primo dei tre convegni dedicati a L’opera italiana dell’Ottocento in laboratorio: musicologia e prassi sull’opera lirica (12-14 luglio), facente parte degli eventi che anticipano Festival Ticino Musica, che si svolgerà dal 18 al 31 luglio. Obiettivo di questi incontri, ha spiegato il suo ideatore Massimo Zicari, è quello di far dialogare due comunità generalmente distanti, musicologi e musicisti, allo scopo di discutere problemi comuni: se gli studiosi sono impegnati nella ricostruzione dei testi e delle prassi esecutive delle opere del passato, gli interpreti hanno la responsabilità di proporre delle interpretazioni di quelle opere, più o meno informate. Rientra sicuramente nel primo caso lo studio che sottende l’evento inaugurale del Festival, il Don Pasquale di Gaetano Donizetti, eseguito la prima volta a Parigi nel 1843 e che sarà messo in scena dal team di cantanti, direttori e strumentisti dell’Opera studio internazionale “Silvio Varviso” (coordinati da Umberto Finazzi per la parte musicale e da Stefanie C. Braun per il concetto scenico) il 18 luglio nel Conservatorio della Svizzera Italiana a Lugano (sarà riproposto a Sorengo, al LAC e a Bellinzona). Sorprenderà infatti i non addetti ai lavori che il concerto inaugurale del Festival sottende una bibliografia immensa, che spazia dai trattati del tardo Settecento e dell’Ottocento agli articoli apparsi sui periodici musicali dell’Ottocento, dai libri degli studiosi moderni sino agli articoli più recenti.
In che contesto nasca la stampa periodica musicale, e come essa si sviluppi nel tempo, lo ha spiegato il musicologo Marco Capra, il quale è stato poi seguito dal “collega” Andrea Malnati, ricercatore della Fondazione Rossini Pesaro, che, partendo dalla definizione della filologia musicale – che non è altro che una riflessione sul testo musicale, volta a valutare il rapporto dell’autore con colui che lo ha tramandato, e quindi reinterpretato – si è invece concentrato sulle edizioni critiche dei manoscritti.
Dall’Ottocento sino ad oggi si contano ben 1600 testate che hanno dedicato al teatro musicale un’importanza primaria; si tratta di una quantità enorme, ha commentato Marco Capra, considerando anche il fatto che tali riviste, soprattutto agli inizi, erano destinate ad un pubblico di élite, molto ristretto, che, anzitutto, sapesse leggere (aspetto da non sottovalutare nell’Ottocento) e, in secondo luogo, avesse interesse per quello di cui trattavano (ulteriore lusso per l’epoca era il tempo libero, che i più fortunati spendevano frequentando i teatri). Tra queste, le più note sono Fama, La Gazzetta di Milano, Il corriere dei Teatri e I Teatri. Le prime riviste specificatamente musicali nascono a partire dagli anni ’40 dell’Ottocento, grazie all’impulso dato dagli editori musicali, che si impegnarono a divulgare e promuovere la cultura musicale; i più importanti furono Giovanni Ricordi con la Gazzetta musicale di Milano e Giovanni Gualberto Guidi con Boccherini, rivista musicale di Firenze, che a dispetto della maggior parte delle testate musicali dell’epoca non considerava solamente la musica contemporanea.
Con l’Unità d’Italia nascono poi le prime testate nazionali, come La perseveranza e L’illustrazione popolare; i nuovi codici formativi includono inoltre sempre più massicciamente le illustrazioni, quasi totalmente assenti in passato. Nasce così Musica e musicisti (che sostituisce La Gazzetta Musicale di Milano) e Il teatro illustrato di Edoardo Sonzogno. Alla fine del secolo iniziano a nascere le riviste musicologiche e quelle di cultura musicale, pensate specificatamente per i dilettanti o gli appassionati, e non i professionisti. I critici musicali, ha inoltre rilevato Marco Capra, erano spesso dei letterati che avevano maturato una grande esperienza, molti dei quali si concentravano sul testo, e non sull’interpretazione delle opere in questione. Infine, nascono anche testate per giovani compositori, cronache e spettacoli teatrali.
Il prossimo appuntamento de L’opera italiana dell’Ottocento in laboratorio è prevista per oggi stesso, e si concluderà domani, sempre nell’Aula Magna del Conservatorio della Svizzera italiana. Per tutte le informazioni vi invitiamo a consultare il sito ufficiale.
Lucrezia Greppi