Nella piccola e graziosa Darsena del Parco Ciani di Lugano si è svolto ieri sera un recital ispirato ad una novella poco nota di Luigi Pirandello, La giara. Scritta nel 1906 divenne poi una commedia una decina di anni dopo, per poi essere inclusa, nel 1917, nelle Novelle per un anno. A leggerla ed interpretarla vi era Emanuele Santoro, attore e regista assai conosciuto nel Ticino: oltre a proporre corsi di teatro per adulti e ragazzi, collabora con scuole e istituti del cantone; fondatore nel 2003 della compagnia es.teatro, che produce spettacoli che spaziano dalla rilettura dei grandi classici del teatro e della letteratura al teatro contemporaneo, ha inoltre realizzato, nel 2006, Il Cortile, spazio artistico indipendente collocato a Lugano-Viganello, sede della sua compagnia e di spettacoli, festivals, rassegne, corsi di vario genere, concerti ed esposizioni. A partecipare all’evento, impreziosito dalle musiche dal vivo di Roberto Albin, e che si inseriva nel LongLake Look & Listen Experience, una folta folla, che si è divisa tra chi ha sfidato la leggera canicola della Darsena e chi ha invece ascoltato il racconto di Pirandello all’infuori di essa.
La giara ha come protagonista Don Lolò Zirafa, un proprietario terriero ancorato saldamente ai propri possedimenti e sempre pronto ad andare allo scontro con chiunque per difenderli. La storiella prende l’avvio dall’inspiegabile rottura della giara che Don Lolò aveva acquistato per conservarvi l’olio. Superata la rabbia iniziale, sotto consiglio dei suoi collaboratori, chiama in aiuto l’artigiano Zi’ Dima, noto per aver brevettato un mastice miracoloso per riparare i contenitori di terracotta. Don Lolò non vuole però sentire ragioni: oltre al mastice dovrà applicare del fil di ferro. Ecco dunque che si appresta la tragicomica disavventura di Zi’ Dima: per riparare la giara si era posto all’interno di essa, ma a lavoro finito non riesce più ad uscirvici. Don Lolò, su tutte le furie, non volendo rompere la sua preziosa giara, consulta nientedimeno che un avvocato, il quale, dopo essersi sganasciato dalle risate, gli consiglia di pattuire con l’artigiano il prezzo della giara. Insieme convengono che Don Lolò gli pagherà il lavoro, mentre Zi’ Dima stabilisce che il prezzo della giara si aggira intorno ad un terzo del suo valore iniziale. Nonostante l’accordo l’artigiano non vuole pagare alcunché, quindi, “pernotta” nella giara spendendo la sua paga in vino e fumando la sua pipa. Il furibondo Don Lolò mette quindi fine alla strampalata vicenda dando un calcio alla giara, la quale, rotolando, si infrange contro un albero di ulivo, laddove tutta la storia era iniziata. Così ha fine la vicenda del burbero e taccagno Don Lolò, che non ha avuto la meglio sull’arguto artigiano Zi’ Dima.
La novella di Pirandello, tanto semplice quanto divertente, ha assai divertito il pubblico, il quale ha mostrato di apprezzare la brillante interpretazione di Emanuele Santoro riservandogli un lungo applauso a conclusione del recital.
Lucrezia Greppi