Conclusa la visita all’interessante mostra Alice e il Chiostro delle Meraviglie, allestita nel capolavoro di arte romanica del Chiostro di Voltorre a Varese, ho avuto l’occasione di intrattenermi in una piacevole chiacchierata con l’artista che l’ha realizzata: Ettore Antonini.
Con estrema gentilezza l’artista ha scelto di condividere qualcosa di sé, della sua vita e soprattutto della sua arte. Un sogno, quello di fare l’illustratore, che Antonini mi racconta aver coltivato sin da bambino e che è riuscito a realizzare.
Dalle sue parole emerge un profondo amore per il suo lavoro che vive come pura arte e con una grande sensibilità verso l’altro; da qui probabilmente la scelta della gratuità della mostra e di devolvere i proventi dei gadget all’Associazione Dynamo Camp, che si occupa di fornire gratuitamente programmi di Terapia Ricreativa per bambini e ragazzi dai 6 ai 17 anni con patologie gravi o croniche.
Quella di Antonini è una mostra che può tranquillamente attirare collezionisti di illustrazioni e incisioni, anche se l’artista colpisce per la sua umiltà e disponibilità, che non si cela dietro ai filtri dell’irraggiungibilità. E così mi mette immediatamente a mio agio e mi parla del progetto “Alice”, che rientra in una serie di cicli di racconti illustrati iniziata con Pinocchio. Curiosa di sapere il motivo che lo spinse alla scelta del soggetto, mi risponde che per un illustratore il capolavoro di Lewis Carroll è un’opera molto accattivante, piena di spunti creativi e personaggi; si è trattato di un lavoro lungo e impegnativo, iniziato nel 1996.
Continuo con la domanda sul perché, a mio avviso almeno, la figura di Alice sembri avere fattezze adolescenziali; in realtà, mi rivela Antonini, la sua Alice l’ha creata senza soffermarsi sul fattore anagrafico. E sono i bambini i primi fruitori che l’artista aveva in mente per le sue illustrazioni: Alice nel paese delle meraviglie è infatti, sottolinea, un libro difficile da leggere durante l’infanzia, ma grazie alle illustrazioni anche i più piccini possono imparare ad apprezzare le avventure di Alice. Per gli adulti è invece uno stimolo a rileggere il libro.
Mi spiega poi che la scelta del chiostro di Voltorre come sede della mostra è stata puramente estetica: è infatti a suo avviso uno spazio stupendo e risulta impossibile dargli torto. Alla mia domanda su chi siano i maggiori visitatori della mostra mi risponde che sono molto variegati: tante famiglie con bambini che li portano per vivere un’esperienza diversa dall’ordinario, appassionati di arte che rimangono affascinati dalle illustrazioni e dalle incisioni, ed insegnanti.
Mi racconta poi più nel dettaglio del suo lavoro: è tutto realizzato su carta alla maniera antica, niente viene creato col computer. Conclude poi l’interessante chiacchierata raccontandomi un po’ della sua vita: dopo aver studiato alla Scuola di Arte Superiore applicata all’Industria del Castello Sforzesco ha iniziato lavorando nelle agenzie di pubblicità come “visualizer”; mi rivela inoltre che ha imparato la tecnica dell’acquaforte totalmente da autodidatta, a testimonianza del suo talento innato. Si è dedicato ad illustrare anche i Tarocchi Maggiori e sta attualmente lavorando alle illustrazioni de Le città invisibili, il classico di Italo Calvino.
Si chiude così il colloquio con Ettore Antonini, artista dal grande talento che si è gentilmente concesso a questa breve intervista, e che per questo ringraziamo.
Francesca Rossetti