Kordula Lobeck de Fabris è una regista tedesca che da anni si occupa di scambi interculturali e di rifugiati, in particolare tra “visibile” ed “invisibile”, nelle prigioni ad esempio. Sua è l’installazione che si è inaugurata oggi a La Comacina nell’ambito degli Incontri del Laboratorio Internazionale del Teatro delle Radici. Questa volta, l’artista ha seguito per quattro anni un gruppo di ragazzi allora minorenni, tutti maschi, provenienti dall’Afghanistan e approdati, non accompagnati, in Germania. Testi, video, fotografie anche in dissolvenza e sovrapposizione stile collage, audio registrati ne narrano la quotidianità e le identità lacerate. I protagonisti sono colti nel’atto di prepararsi da mangiare, al lavoro oppure nelle loro abitazioni; sono inquadrati oggetti, abiti, gesti; le testimonianze raccontano di giornate in bilico tra ricordi dell’esistenza di “prima” e i sogni, le speranze per il futuro. Ben s’inserisce in questa esposizione nel filo conduttore degli Opposti, divisi come sono tra guerra e pace, violenza e sicurezza. Ma c’è un prezzo per tutto. Ai ragazzi mancano gli amici, gli affetti, la famiglia. Sono nella democrazia, nella salvezza ma anche nella solitudine, in una diversità di tradizioni e abitudini. Famiglia da una parte, solitudine dall’altra, i motivi ricorrenti. Fanno i confronti di una casa circondata dalla natura, dai genitori e fratelli, dal sole, dalla felicità ma anche dal terrorismo, dall’incertezza, dalla distruzione, questo è il passato; il presente si manifesta come puntualità, orari da rispettare, autorità, scuola, lavoro, il bus, la polizia, ma poi si ammette che casa è più di un letto, è dove c’è la salvezza, dove si può pianificare il futuro. Accompagna l’iniziativa un libretto esaustivo in inglese dove si può leggere, tra l’altro, la simbologia del frutto del melograno che attraversa, con varie sfumature, tutte le culture e le religioni. L’installazione si può visitare ogni giorno dalle ore 17 alle 20, fino al 30 agosto.
Gli incontri continuano domani, domenica, sempre con inizio alle ore 18.30. Ospite nella sala del Teatro delle Radici di Lugano sarà la danzatrice e coreografa Manuela Bernasconi. Il titolo Zwei Akte Overlapped è così spiegato: “Pose e strati, tra maschile e femminile, cliché e dettagli in un corpo di donna, il loro equilibrio nella forma, il loro potenziale, disequilibrio e trasformazione nel movimento. Il lavoro prende spunto dall’opera scenica Zwei Akte di Maurizio Kagel, che suggerisce l’incontro di un uomo e di una donna nel loge di un teatro: dopo aver fatto l’amore, la coppia si riveste in uno striptease al contrario”.
Lunedì pausa, mentre martedì ci sarà un incontro con l’autrice dell’Installazione che parlerà del suo lavoro nella sede del TdR.
Manuela Camponovo