Il Nobel per la Chimica è stato oggi assegnato a John Goodenough, Stanley Whittingham e Akira Yoshino per l’invenzione delle batterie agli ioni di litio, presente dai cellulari ai computer portatili alle auto elettriche.
«Hanno reso possibile un mondo ricaricabile» è stata la motivazione della giuria di Stoccolma: la Reale Accademia Svedese per le Scienze.
«Con il loro lavoro, i vincitori hanno creato le condizioni per una società senza fili e libera dai combustibili fossili, portando un grande beneficio per la società». Questo tipo di batteria è «leggera, ricaricabile e potente. Può immagazzinare quantità importanti di energia eolica e solare, aprendo la strada a una società libera dai combustibili fossili».
John Goodenough, 97 anni, è nato in Germania e ha lavorato negli Stati Uniti, all’Università del Texas ad Austin. È il vincitore più anziano della storia dei Nobel.
Stanley Whittingham, 78 anni, inglese, fa ricerca alla State University of New York, sempre negli Stati Uniti.
Akira Yoshino, 71 anni, è affiliato invece alla Asahi Kasei Corporation di Tokyo e alla Meijo University di Nagoya, in Giappone.
Il loro lavoro ha preso il via dalla crisi petrolifera degli anni ’70. Ad aprire la strada è stato Stanley Whittingham, che individuò un materiale superconduttore molto efficiente (il disolfuro di titanio), dalla struttura tale da permettere di incastonare al suo interno degli ioni di litio. Il passo successivo è stato opera di Goodenough, che nel 1980 pensò di sostituire il disolfuro di titanio con l’ossido di cobalto, ottenendo una batteria più potente. Utilizzando questo stesso materiale, cinque anni più tardi Akira Yoshino otteneva la prima batteria pronta per entrare in commercio, nella quale gli ioni di litio erano incastonati nel coke petrolifero. Nel 1991 entrava così in commercio la prima batteria agli ioni di litio: leggera, robusta e ricaricabile centinaia di volte.