L’associazione “I Borghi più belli della Svizzera” nasce nel 2015 con l’intento di promuovere, ma allo stesso tempo tutelare, i borghi più belli della Svizzera. Essa muove dalla convinzione che coniugare le due cose non solo sia possibile ma anche necessario. L’associazione è dunque, secondo le parole del fondatore Kevin Quattropani, di carattere “turistico-culturale” e riprende il modello dalle omonime associazioni già sorte nelle vicine Francia e Italia.
Signor Quattropani, in base a quali criteri un borgo può far parte della vostra selezione? Un borgo può candidarsi spontaneamente?
I criteri per far parte della nostra associazione sono molto simili a quelli richiesti in Italia, Francia e Spagna, in cui troviamo analoghe associazioni. In primis quello quantitativo (dunque che il Comune abbia meno di 10’000 abitanti ed il centro storico meno di 2’000). Poi certamente quello di “armonia ed uniformità” del centro storico, con elementi di pregio come stucchi, stemmi, affreschi, antiche fontane, ma anche il fatto di possedere un museo, delle attività commerciali con prodotti locali, delle locande/trattorie dove poter gustare questi prodotti tipici. Non da ultimo vogliamo che il Comune da una parte abbia voglia di promuovere il proprio borgo, il proprio territorio, ma dall’altra anche la volontà di preservarlo. Infatti non puntiamo al turismo di massa, ma al turismo di qualità che sappia apprezzare il lento scorrere del tempo. La candidatura può certamente essere anche spontanea, in questo caso sarà poi il nostro comitato scientifico a vagliarla.
La vostra associazione, dunque, fa parte di una federazione mondiale, che le dà in un certo senso carattere internazionale. Qual è esattamente il legame con quest’ultima?
Siamo entrati a far parte della federazione dei Borghi più belli della Terra (che include Italia, Francia, Germania, Spagna, Belgio, Svizzera, Libano, Russia, Canada, Giappone) nel 2017. Per farne parte bisogna rispettare una carta di qualità e rappresentare almeno 10 borghi del proprio Paese. È importante che ogni nazione applichi dei criteri simili nella selezione dei borghi, sia sotto l’aspetto quantitativo che qualitativo. Certo poi ci sono differenze dovute alla diversità dei vari Paesi dei quali bisogna tenere conto. Ad esempio in Francia si punta molto sul concetto di ruralità, cosa che da noi in Svizzera seppur importante non è fondamentale, considerando anche le dimensioni ridotte del nostro Paese. L’attività principale della federazione è quella di organizzare degli scambi culturali tra gli stati membri e di organizzare delle attività in comune.
Qual è lo scopo ultimo del vostro lavoro? Un fine turistico o c’è qualcosa in più?
Lo scopo di base è promuovere e far conoscere anche luoghi spesso meno conosciuti (come possono essere Tschlin o Lichtensteig), abbinandoli a località più note (come possono essere Morcote e Gruyères), e grazie alle quali un turista può scoprire, in un itinerario di notevole interesse paesaggistico storico-culturale. Questo però rispettandone gli usi e costumi e preservandone l’autenticità.
Vi avvalete di consulenti esterni? Come membro onorario c’è anche Filippo Lombardi…
La nostra associazione si regge sul volontariato ed il comitato non è remunerato. Eventuali consulenti esterni (come nel caso del nostro libro uscito l’anno scorso J’aime la Suisse et ses Villages) sono stati remunerati ma dalla casa editrice stessa. Cerchiamo di tenere i costi a carico dell’associazione al minimo. Filippo Lombardi ha scritto la prefazione ed era presente al vernissage tenutosi a Losanna.
Avete ricevuto riconoscimenti in passato per il vostro lavoro? Venite contattati voi stessi per delle consulenze? Collaborate con altri enti?
Il riconoscimento più grande è la fiducia che ci hanno voluto accordare 37 Comuni di tutta la Svizzera, che su delibera del consiglio comunale, hanno deciso di aderire al nostro progetto e che credono in questa iniziativa. L’anno scorso una pubblicazione scientifica dell’Università Europea di Roma dal titolo Storia locale e valorizzazione del territorio ha dedicato un capitolo alla nostra associazione svizzera come esempio positivo di valorizzazione. Collaboriamo attivamente con molti enti del turismo regionali (ad esempio, Mendrisiotto Turismo, Valposchiavo) e con diversi enti del turismo cantonali (ad esempio, Ticino, Vaud).
Il libro J’aime la Suisse et ses Villages è disponibile nelle principali librerie e rivenditori online (Fnac, Payot, Orell-Füssli). Mentre sulle piattaforme digitali AppleStore e GooglePlay è pure disponibile la nuova applicazione “Borghi Svizzera”, guida ai 37 borghi dell’associazione. Maggiori info su www.borghisvizzera.ch
Laura Quadri