Ogni tanto ci si interroga sull’identità di una nazione come la Svizzera, paese diviso al suo interno da confini regionali, linguistici, culturali che spesso con difficoltà vengono attraversati, nonostante la retorica del modello confederale. Ma ci sono istituzioni tipicamente elvetiche, che rappresentano idealmente questa “svizzeritudine”, solo e autenticamente nostre. Una di queste è rappresentata dalle Edizioni Svizzere per la Gioventù, ESG che da quasi novant’anni (avviate nel 1931) hanno fatto leggere generazioni di alunni. Ogni svizzero le conosce, le ha viste, sfogliate, le ricorda, con le illustrazioni a volte ingenue e per anni “vintage”, così come lo stile. Libretti che hanno la caratteristica della brevità, venti-trenta pagine al massimo, di abbinare sempre un autore ad un artista che pensa alle immagini da applicare alle parole, di essere direttamente collegati alla scuola. Ne viene indicato il ciclo a cui ci si indirizza, si leggono con la consulenza e l’appoggio anche dell’insegnante. E naturalmente appaiono in tre lingue ufficiali, con l’aggiunta talvolta dell’inglese. Nel corso del tempo, soprattutto degli ultimi tempi, si sono svecchiate queste edizioni in quanto agli argomenti, nel modo di porli, raccontarli, esprimerli anche visivamente, come dimostrano le ultime quattro pubblicazioni in lingua italiana, la cui presentazione è stata ospitata ieri dalla Casa della Letteratura di Villa Saroli a Lugano.
Ha fatto gli onori di “casa” Fabiano Alborghetti ma dopo una breve introduzione di Micha Dalcol, coordinatore ESG Sezione Ticino, è toccato a Valentina Sandberg, Direttrice dell’Istituto scolastico di Gambarogno, moderare l’incontro attraverso domande rivolte agli autori e illustratori che si sono avvicendati. I testi vengono selezionati per garantire la qualità del prodotto (si trovano anche firme di scrittori famosi reclutati nelle ESG). Quello che emerge, confrontando i quattro libretti italofoni 2019, è la diversità di temi e, stilisticamente, delle immagini.
Mario Delucchi (Orme sulla neve) ha raccontato di come lo abbia ispirato nel trattare un argomento di stretta attualità come quello dell’emigrazione, di rifugiati africani, una fotografia che ritraeva un bambino, vestito di pochi stracci, completamente solo su una spiaggia, piangente. Mentre l’ambientazione invernale, montana, data alla sua storia, fa parte della ricerca di qualcosa di familiare, vicino all’esperienza del nostro piccolo lettore. Due universi messi a confronto, con la mediazione simbolicamente salvifica di un capriolo: «Un mondo che accetta le ingiustizie va ripensato» afferma l’autore. Le illustrazioni di Raffaella Ferloni, scenografa RSI, sono realistiche e intese a generare poesia e commozione.
Una tematica tradizionale della favolistica ma che oggi rientra nel dibattito moderno con altri intenti e sviluppi, è quello dell’affermazione della propria identità, a partire dal nome a cui ogni bambino ha diritto. E come una fiaba esotica, lontana e al tempo stesso vicina al comune sentire, procede la narrazione Il nome perduto di Virginia Fabrizi, la cui protagonista, priva di nome, attraverserà avventure incontrando personaggi mitici e magici, per poi giungere alla scoperta di una semplicità naturale, concreta, domestica, quotidiana. Delicate, fantasiosamente orientaleggianti, le illustrazioni di Laura Mengani che utilizza colori vegetali, abituata anche alle applicazioni sui tessuti.
Al mondo del fumetto invece si è ispirato Gerry Mottis per affrontare in Unbreakable un tema quanto mai attuale e drammatico come quello del cyberbullismo, ancora peggiore perché invisibile e soprattutto a scuola difficile da cogliere. La storia, per una maggiore identificazione, è narrata in prima persona dalla vittima che parla, che si confida, anche con gli altri, ma trova una mancanza totale di ascolto, da parte della famiglia e degli insegnanti, lo salverà un supereroe che è come dire trovare in sé la forza di reazione. Quella di Mottis è anche una denuncia quindi nei confronti del sociale a volte non abbastanza sensibile da capire. Accompagnano il testo le illustrazioni fumettistiche della ligure Alice Piaggio, quindi colori squillanti, forme “pop”, che colpiscono efficacemente.
Infine, Elena Spoerl Vögtli che alla Casa della Letteratura è di casa…, con Siri e i super pop-corn (senza riferimenti al virtuale, all’assistente Apple, ma semmai al nome scientifico dello scoiattolo, Sciurus) si è invece calata in un’atmosfera naturalistica, da classica fiaba zoomorfa, tra il protagonista (uno scoiattolo appunto) e i suoi altri amici animali, pettirosso, talpa, ghiro, riccio, toccando quindi il tema della diversità che non impedisce di fraternizzare; sull’altro versante, visto che Siri vuole cambiare vita, si costituisce il rapporto con la città, quindi abitudini differenti, cibo diverso, più facile da reperire. La morale? A casa, in fin dei conti, si sta meglio… Accompagnano il testo le immagini digitali, di un’espressività diretta, create da Milan Hofstetter. Tutti e quattro questi libretti sono consigliati per il secondo ciclo.
Info: www.esg-edizioni.ch
Manuela Camponovo