Si fa un gran parlare di Comedian (Comico), “opera d’arte” di Maurizio Cattelan (Padova 1960) esposta alla fiera d’arte contemporanea Art Basel a Miami: una banana vera attaccata al muro con un nastro adesivo grigio, venduta per 120 mila dollari. Qualche giorno dopo la banana è stata mangiata da David Datuna, un visitatore a sua volta “artista”, che l’ha staccata dal muro e si è fatto filmare mentre la mangiava. Ha spiegato che anche la sua era un’esibizione artistica: Hungry artist, cioè Artista affamato.
Alla base della cosiddetta “arte concettuale” ci sta Fountain, l’orinatoio di Marcel Duchamp. Quel che conta – si diceva e si dice – è l’idea. In questo caso ognuno qui può dare alla banana appesa il significato che preferisce. Di tipo classista-sociale (i ricchi non sanno cosa costa una banana e tantomeno che per tanta popolazione è un alimento di sostentamento), riferito all’Africa, alla miseria, alla desertificazione, ai neri, alla fuga dai loro paesi, al razzismo negli stadi (più d’una volta si sono gettate banane a giocatori di colore), alla mercificazione sfrenata, al consumismo, al troppo nei grandi magazzini, ai desideri-nostalgie infantili ecc. ecc. Qualcuno come Sgarbi (ma ti pareva) ci ha messo anche la sessualità maschile… Anche le interpretazioni più cervellotiche confermano che l’opera non è la banana appesa (Cattelan aveva previsto la sua sostituzione via via con un’altra più fresca), ma l’eventuale scatto ideale.
Harald Szeemann parlava di “idea immateriale” nelle opere d’arte in genere, compresa l’arte contemporanea «Oggi si pensa che con i soldi si possa avere l’irraggiungibile, che è dentro l’opera d’arte, ma è un’utopia». I prezzi salgono a dismisura, ma l’immateriale rimane non raggiunto, incompreso. Importa il possesso e magari lo status sociale che ne deriva. Ma a chi come noi interessa l’idea, anche una banana appesa può aiutare a riflettere su alcuni fenomeni della contemporaneità. Ad esempio sulla sensazione avvilente che la cultura dovrebbe indirizzare verso la bellezza sublime, mentre spesso s’attacca a provocazioni minime come la banana appesa. Che sicuramente ci ricorda qualcosa, come tutto quello che avviene attorno a noi e si raccorda ad una realtà interiore, che ahimè va di pari passo con i 30 cts più i 5 dello scotch. Consolazione: ognuno può farsi in casa il proprio Cattelan.
Dalmazio Ambrosioni
Si fa un gran parlare di Comedian (Comico), “opera d’arte” di Maurizio Cattelan (Padova 1960) esposta alla fiera d’arte contemporanea Art Basel a Miami: una banana vera attaccata al muro con un nastro adesivo grigio, venduta per 120 mila dollari. Qualche giorno dopo la banana è stata mangiata da David Datuna, un visitatore a sua volta “artista”, che l’ha staccata dal muro e si è fatto filmare mentre la mangiava. Ha spiegato che anche la sua era un’esibizione artistica: Hungry artist, cioè Artista affamato.
Alla base della cosiddetta “arte concettuale” ci sta Fountain, l’orinatoio di Marcel Duchamp. Quel che conta – si diceva e si dice – è l’idea. In questo caso ognuno qui può dare alla banana appesa il significato che preferisce. Di tipo classista-sociale (i ricchi non sanno cosa costa una banana e tantomeno che per tanta popolazione è un alimento di sostentamento), riferito all’Africa, alla miseria, alla desertificazione, ai neri, alla fuga dai loro paesi, al razzismo negli stadi (più d’una volta si sono gettate banane a giocatori di colore), alla mercificazione sfrenata, al consumismo, al troppo nei grandi magazzini, ai desideri-nostalgie infantili ecc. ecc. Qualcuno come Sgarbi (ma ti pareva) ci ha messo anche la sessualità maschile… Anche le interpretazioni più cervellotiche confermano che l’opera non è la banana appesa (Cattelan aveva previsto la sua sostituzione via via con un’altra più fresca), ma l’eventuale scatto ideale.
Harald Szeemann parlava di “idea immateriale” nelle opere d’arte in genere, compresa l’arte contemporanea «Oggi si pensa che con i soldi si possa avere l’irraggiungibile, che è dentro l’opera d’arte, ma è un’utopia». I prezzi salgono a dismisura, ma l’immateriale rimane non raggiunto, incompreso. Importa il possesso e magari lo status sociale che ne deriva. Ma a chi come noi interessa l’idea, anche una banana appesa può aiutare a riflettere su alcuni fenomeni della contemporaneità. Ad esempio sulla sensazione avvilente che la cultura dovrebbe indirizzare verso la bellezza sublime, mentre spesso s’attacca a provocazioni minime come la banana appesa. Che sicuramente ci ricorda qualcosa, come tutto quello che avviene attorno a noi e si raccorda ad una realtà interiore, che ahimè va di pari passo con i 30 cts più i 5 dello scotch. Consolazione: ognuno può farsi in casa il proprio Cattelan.
Dalmazio Ambrosioni