Sabato 1° febbraio 2020 è la data ufficiale per l’apertura della Casa degli Artisti a Milano: uno spazio di residenza, luogo di produzione e fruizione dell’arte contemporanea aperto a tutti, oltre che luogo di riflessione sull’arte stessa attraverso l’attivazione di panel, talk, seminari e convegni – sostenendo così attraverso il paradigma binario della ricerca e della poiesi la pratica di artisti nell’ambito delle arti visive, performative, sonore, digitali, applicate, della scrittura e del pensiero. Insomma, un bene pubblico i cui valori fondanti si basano sull’intergenerazionalità, interdisciplinarietà e internazionalità.
Casa degli Artisti vuole essere luogo che lavora attraverso un approccio ibrido e interdisciplinare sulla sfera pubblica e sullo spazio urbano, grazie allo scambio dialettico tra diversi attori provenienti non solo dal mondo dell’arte, ma da tutte le discipline creative e di pensiero, sino all’impresa. La ricerca di un dialogo costante e bidirezionale con il mondo imprenditoriale disponibile a costruire un campo di “gioco” e di scambio reciproco è, infatti, uno dei diktat comportamentali che la Casa degli Artisti si prefigge.
LA STORIA
La Casa nasce cento anni fa, nel 1909, per volere dei fratelli Bogani, mecenati innamorati dell’arte e il cui scopo era quello di creare un luogo dove ospitare laboratori e atelier. Fin da subito la Casa degli Artisti si dimostra essere un vivace crocevia urbano per gli artisti qma anche per tutti gli altri operatori del settore, come ad esempio: i collezionisti.
Dopo le alterne vicende storiche della prima metà del Novecento, nel secondo dopoguerra, riprende l’attività artistica nella Casa (divenuta nel frattempo di proprietà del Comune di Milano). Alla fine degli anni Settanta, la presenza di artisti di fama internazionale come Luciano Fabro, Hidetoshi Nagasawa e la critica e storica dell’arte Jole De Sanna danno un nuovo slancio artistico, attraverso l’attivazione di mostre collettive dedicate a giovani artisti emergenti, relazioni con altri spazi non- profit della città e il restauro de I bagni misteriosi di Giorgio De Chirico del 1994. Poi, nel 2007 la Casa viene sgomberata e messa in sicurezza a causa delle condizioni di precarietà strutturale.
Nel 2015 inizia il percorso di riqualificazione dell’edificio – di 1250 mq di superficie complessiva – grazie al Municipio 1 di Milano: il progetto è di Arassociati Studio di Architettura; la direzione lavori e il completamento degli spazi interni è invece curata dagli architetti Aldo Fontana e Tanja Bekjarova, in veste di progettisti e tecnici de La Ducale SpA.
Su indicazioni della Soprintendenza, il recupero della Casa ha visto un intervento più consistente sulle facciate esterne e un approccio più filologico negli interni, dove sono stati mantenuti i mattoni a vista e le originali strutture in cemento armato. Il piano terra è destinato a zona espositiva, con uno spazio dedicato alla ristorazione e al book & design shop, mentre il primo e secondo piano, suddivisi in 11 atelier modulabili, ospiteranno gli artisti in residenza. Completa la struttura un piano interrato che sarà adibito a deposito/servizi.
PROGRAMMAZIONE 2020
La Casa degli Artisti vuole porsi come interfaccia attiva tra il lavoro degli artisti e la città, tra il suo interno e l’esterno. Per questo l’intero programma 2020 si svilupperà lungo l’asse Dentro/Fuori, riportando il lavoro degli artisti dentro la casa e veicolando il loro potenziale fuori dalla casa.
il programma 2020 è stato strutturato attorno alla parola chiave “Work” e all’ampia gamma di implicazioni polisemiche che comporta. “Work” indica innanzitutto la centralità del lavoro all’interno del progetto di rilancio di Casa degli Artisti che si configura in primis come cantiere creativo: si manifesta come un invito a partecipare alla costruzione di un luogo nel quale possono convivere una dimensione personale e una corale del lavoro. Un luogo dalla vocazione dialogica, che diventi incrocio tra pratiche e saperi diversi, tra il lavoro dell’arte e quello del pensiero, ma anche che metta in rapporto istituzioni di varia natura (pubbliche, private e non-profit). La parola stessa, Work, apre una domanda su quale sia il significato del lavoro degli artisti e sul suo statuto nella società contemporanea.
Inoltre, c’è anche il programma di residenza – senza vincoli di età e nazionalità – che offrirà spazi di lavoro, supporto produttivo, tecnico e organizzativo per lo sviluppo e la realizzazione di progetti.
Le modalità di accesso al programma di residenza sono due: su invito, in base a scelte coerenti con i principi generali fondativi della Casa, e attraverso open call. La durata delle residenze potrà variare, da 3 a 12 mesi, in funzione delle necessità progettuali degli artisti. Questa doppia modalità di accesso esprime la fiducia nella fecondità del confronto intergenerazionale tra gli artisti stessi.
La restituzione al pubblico del lavoro teorico e pratico prodotto da tutti i progetti di residenza avverrà attraverso la realizzazione di mostre e l’attivazione di talk, seminari e convegni. A disposizione del pubblico saranno organizzate, con cadenza mensile, visite guidate gratuite alla Casa e agli Atelier pensate per essere un punto di incontro tra gli artisti e i cittadini.
Per maggiori informazioni: www.casadegliartisti.org