Si parla della Calabria più per le organizzazioni criminali e, ultimamente, per le votazioni politiche, ma non è certo la prima regione che viene in mente quando si affronta un tema turistico, eppure in questo settore la regione è in fase di rilancio.
In Italia, secondo gli ultimi dati ISTAT, in testa si colloca il Veneto (16,1% delle presenze complessive negli esercizi ricettivi), seguono il Trentino-Alto Adige (12,0%, con la Provincia autonoma di Bolzano al 7,8% e la Provincia autonoma di Trento al 4,2%), la Toscana (11,1%), l’Emilia-Romagna (9,5%) e la Lombardia (9,1%). In queste cinque regioni si concentra il 57,8% delle presenze turistiche in Italia, pari a oltre la metà (52%) di quelle relative ai clienti residenti e a quasi due terzi (63,5%) di quelle dei non residenti. Alcuni territori italiani sono meta di una clientela prevalentemente straniera: tra questi la Provincia autonoma di Bolzano (69,0%), il Veneto (67,7%), il Lazio (62,3%) e la Lombardia (60,0%). Alcune regioni del Centro e del Sud, invece, hanno un bacino di attrazione quasi esclusivamente nazionale: Molise (92,0% di presenze di clienti residenti sul totale regionale), Basilicata (88,6%), Abruzzo (86,3%), Marche (82,2%), Calabria (77,8%) e Puglia (76,6%).
A Vibo Valentia è stato presentato e commentato il report statistico sull’andamento turistico nel 2019, considerando una «crescita progressiva che indica un cambiamento di tendenza»: «Siamo al quarto anno di segni positivi sia per gli arrivi che per le presenze, tanto italiane che estere. Un dato che sta diventando strutturale: nell’ultimo quinquennio siamo riusciti a stabilizzare un incremento e questo ci fa ben sperare per il futuro», ha sottolineato Mario Oliverio, presidente della Regione. Nel documento, elaborato dall’Osservatorio Turistico regionale (flussi registrati da gennaio a settembre dello scorso anno) compaiono 8.820.489 presenze, 1.646.671 gli arrivi, (42,6% i soggiorni nella provincia di Cosenza). Il 22% delle presenze sono straniere; il primo paese di provenienza si conferma la Germania, seguito dalla Francia e dalla Russia. Rispetto a cinque anni fa si sono registrati 400 mila arrivi in più. Anche i dati relativi ai flussi aeroportuali sono positivi: si contano oltre 2 milioni di passeggeri, in arrivo e partenza, in più rispetto allo scorso anno.
Si sta lavorando nella direzione di una trasformazione, riqualificazione, diversificazione dell’offerta turistica. E si parla naturalmente di enormi possibilità, la ricchezza principale è il mare, con una concentrazione turistica nei periodi stagionali, dunque. Ma ci sono i parchi, la valorizzazione del territorio con i suoi beni culturali ma anche tradizioni e gastronomia, come ovunque oggi.
E i trasporti? Perché il turista vuole anche muoversi: «Abbiamo quasi decuplicato i collegamenti tra la Calabria e il sistema aeroportuale extra nazionale (sempre Oliverio) non senza ostacoli e opposizione lavorato per dare vita ad una gestione unitaria del sistema aeroportuale calabrese. Abbiamo spinto anche sull’accessibilità su ferrovia ed investito perché le frecce arrivassero in Calabria e oggi ci sono, destinando risorse per lo studio di fattibilità perché l’alta velocità si spinga fino a Reggio», così anche per i porti, visto gli 800 chilometri di costa: «Cambiata radicalmente è stata la strategia di promozione della regione divenuta mirata, con la presenza negli appuntamenti fieristici più importanti. Abbiamo portato qui i maggiori tour operator tedeschi, con la presenza del governo tedesco, che hanno dato un ulteriore impulso alla presenza turistica di questo bacino estero».
E ancora: «C’è molto da fare per le varie nicchie di potenzialità che si possono intercettare, sia per il turismo balneare, sia per quello esperienziale e naturalistico» investimenti sui beni culturali, ciclovie, utilizzo della Film Commission per promuovere la destinazione Calabria: «La vera sfida della Calabria e del sud a cui sono volte queste risorse è quella di utilizzarle per costruire uno sviluppo sostenibile e non per alimentare assistenza. Con lavoro, impostazione e strategia sinergica, con responsabilità di ogni parte si può ancora recuperare molto, raccontare e far vivere la Calabria per quella che è, non nascondendo i problemi ma andando ben oltre gli stereotipi, nella sua parte prevalente e positiva, per questo attraente».
Da parte nostra aggiungiamo anche il Treno della Sila. Non esistono solo i Bronzi di Riace…
Perché vi racconto tutto questo? Perché, dopo il Molise, la Puglia, ho intenzione proprio di dirigermi in Calabria e di verificare direttamente tutte queste potenzialità ad iniziare dai trasporti. Tanto per cominciare: non ho trovato una linea diretta per Cosenza. La freccia si ferma a Napoli. E poi so già che dovrò ripiegare sui bus per raggiungere certe destinazioni. Ma la bellezza si gusta ancora di più quando è difficile da conquistare, non vi pare?