Musica

Anche un po’ di Como a Sanremo 70

Niente. Resilienza 74 è il brano arrangiato e prodotto da Filadelfo Castro, musicista comasco, scritto da Giorgio Merk, figlio della cantante Rita Pavone, un’ icona della musica italiana che ritornerà sul palco dell’Ariston dopo 48 anni di assenza.

Rita Pavone con (da sinistra) Giorgio Merk, Claudio Cecchetto e Filadelfo Castro

Da sinistra: Giorgio Merk, Rita Pavone, Claudio Cecchetto e Filadelfo Castro.

Filadelfo nasce a Como 43 anni fa, si diploma al liceo scientifico Paolo Giovio ed in seguito si iscrive all’Università Insubria di Como, laureandosi in Giurisprudenza, anche se la sua vera passione è la musica.

All’età di otto anni sente il suono della chitarra durante una lezione di musica a scuola e ne rimane incantato. Inizia gli studi di chitarra classica con il maestro Guido Fichtner e prosegue poi con la chitarra moderna, frequentando stage e corsi in giro per l’Italia e nel mondo con musicisti di fama internazionale diplomandosi, infine, da privatista al Conservatorio.

Fare il musicista per Filadelfo è passione, amore e forza a cui ha dedicato molto studio. Ricorda che per quindici anni ha studiato e provato pezzi fino a otto ore al giorno. La musica è una disciplina che richiede allenamento e grande dedizione. Filadelfo ascolta e studia musica perché lo emoziona e lo fa sentire vivo. Infatti, negli anni della gavetta, quando girava per i locali e partecipava agli spettacoli serali, studiava all’Università dell’Insubria per laurearsi in Giurisprudenza e, ammette, «lo studio era un hobby che nella vita da musicista mi ha aiutato, perché ha approfondito il ramo del diritto d’autore».

Filadelfo ha uno studio di registrazione a Como, dove lavora come compositore, arrangiatore, chitarrista ed autore per brani che realizza per la Rai e per il cinema. È un luogo dove si immerge nel suo mondo e può riflettere sulle sue sensazioni, riuscendo a creare pezzi musicali davvero belli.

Ha lavorato per artisti di fama internazionale come i Pooh, Max Pezzali, Dodi Battaglia e Claudio Cecchetto. È per merito di quest’ultimo che si deve l’incontro con Rita Pavone ed il figlio Giorgio e quindi la sua partecipazione al Festival di Sanremo 2020. Filadelfo non ha solo prodotto e arrangiato il pezzo, ma dirigerà anche l’orchestra che eseguirà il brano durante la prima serata della 70esima edizione della manifestazione canora italiana più seguita.

Il brano Niente. Resilienza 74 esprime la capacità di resistere agli urti della vita, prendere colpi, incassare, cadere e la capacità di rialzarsi e guardare sempre avanti. Il numero 74 è riferito all’anno di nascita dell’autore del brano Giorgio Merk, figlio di Rita e di Teddy Reno. Filadelfo lo descrive come «un pezzo grintoso, un po’ rock e pieno di grande energia».

Oltre a presentare il brano di Filadelfo, la sera del 6 febbraio Rita Pavone duetterà con il cantante Amedeo Minghi su un pezzo dal titolo 1950, pure arrangiato dal musicista comasco nella serata dedicata alle cover.

Quest’edizione del Festival di Sanremo vedrà sul palco dell’Ariston non solo il ritorno di un’icona della musica italiana come Rita Pavone, che partecipò nel 1969 con la canzone Zucchero, ma sarà anche l’occasione per un talento musicale comasco di salire alla ribalta della cronaca nazionale.

L’esperienza del Festival per Filadelfo sarà indimenticabile non solo perché è un’occasione per calcare un palco dove sono passati tantissimi cantanti che hanno fatto la storia della musica italiana, ma anche per i momenti intensi che ha vissuto nel corso delle prove. Tra questi ricorda quando Rita Pavone è apparsa sul palco per le prove e l’orchestra si è alzata per dedicarle una standing ovation.

La kermesse italiana della musica è accompagnata ogni anno da polemiche, discussioni, critiche. Quest’anno ha oggettivamente stupito l’ammissione alla kermesse canora di Junior Cally, un cantante che ha prodotto testi truculenti, di pessimo gusto e violentissimi contro le donne. Ma tant’è.

Donatella Salambat, Como Live.

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