Dal 19 al 22 marzo 2020 si terrà a Bellinzona, alla Piazza del Sole, il festival “Sconfinare”, il cui programma è variegato e interdisciplinare. Accanto ad eventi di impianto più tradizionale, reinterpretati in una chiave insolita e sorprendente, troveranno posto proposte inedite, come il LARP (Live Action Role-Playing), The Border, una narrazione collettiva in cui non ci saranno spettatori ma solo protagonisti e Oltre il muro, un convegno costruito secondo modalità inusuali, riassumibili nella formula ‘otto ore, otto sguardi, una piazza’. L’incontro si collocherà, infatti, in un setting particolare: al posto di un edificio di mattoni, la Piazza del Sole; al posto di una sala-conferenze, una struttura trasparente, effimera e emblematicamente priva di confini, in cui interno ed esterno si fonderanno in un’informale convivialità.
Roberto Malacrida, Capodicastero Educazione e Cultura della Città di Bellinzona ha commentato: «Abbiamo voluto inventare Sconfinare, un festival culturale della Nuova Bellinzona sulla diversità, per coinvolgere i cittadini attorno ad una tematica che Donatella Di Cesare, filosofa all’Università La Sapienza di Roma, ha saputo riassumere in modo eccellente: Le frontiere, visibili e invisibili, reali e simboliche, politiche ed etiche appartengono al variegato paesaggio della delimitazione e dell’esclusione. Tutt’altro che abolite, restano i fondamenti dell’alfabeto geopolitico. I muri lo confermano. La moltiplicazione delle barriere non è solo la risposta del revanscismo nazionalistico e neppure solo il sintomo della fobia per ciò che è ‘fuori’. Non esiste ancora una psicopolitica dei muri che analizzi quella pulsione a proteggersi da tutto ciò che è estraneo, a segregarsi sempre e ovunque, che finisce per tradursi in una tragicomica auto-segregazione» (L’Espresso, 6 ottobre 2019). Dalla fine della Guerra Fredda, almeno 65 paesi hanno costruito barriere lungo i propri confini, quali simboli di azione contro i problemi percepiti. Italo Calvino scriveva che quando si alza un muro, occorre pensare a ciò che resta fuori: sovente, infatti, nell’oltre si incontra una ricchezza culturale inimmaginata. […] E una delle ragioni più importanti che spingono a non più perseguire la cultura del ‘difendere il proprio territorio costruendo nuovi muri’ è anche quella di non restarne prigionieri col tempo; cercando, invece, di scavalcarli e ‘aprirsi dei varchi’».
Per tutti gli eventi in programma del Festival Sconfinare vi invitiamo a consultare il sito dedicato.