Nonostante le limitazioni sul numero delle presenze (sistemate a debita distanza), il Teatro San Materno è riuscito a proporre il suo primo spettacolo in cartellone per la ripresa stagionale.
È così andato in scena domenica pomeriggio davanti a una ventina di spettatori Morphoses, un progetto coreografico della losannese Cie Utilité Publique.
Pochi spettatori ma buoni, si può dire a giusto titolo per non mancare all’appuntamento con un certo tipo di danza sulla quale non è così evidente poter contare, vista la rarità di occasioni presenti nella nostra regione.
Ecco dunque una formula contemporanea, dal sapore colto e fantasioso ispirata alle metamorfosi di Ovidio nella realizzazione di una coppia di danzatori.
E gli elementi ci sono tutti, come i miti evocati in una fusione di umano e divino, dal caos primigenio alla creazione dell’universo, dai giganti al diluvio, i personaggi di Birra, Dafne, Narciso, Achille.
In scena i danzatori, Corinne Rochet e Nicola Petit (autori della coreografia), sono avvolti da sonorità elementari, da sottofondo magmatici a rombi di tuono e scrosci di pioggia o vaghe melodie ritmate.
Tutto prende le mosse dal concetto di trasformazione.
Reso evidente dapprima con spostamenti lenti e situazioni statiche.
Poi i corpi sembrano appropriarsi del movimento, a poco a poco.
Li vediamo correre sul posto ingigantendo le falcate come per una volata verso il sogno del mito espresso da un cimiero di carta piegata che poi fa un salto nel futuro e diventa un nobile collare seicentesco.
Tutta la base del discorso coreografico parte dal gesto e dalla carta, grandi fogli di carta. Come per lasciarvi descrivere e trasformare le storie, i personaggi.
I fogli uniscono il duo in una simmetrica e unitaria simbiosi destinata ad assumere nuove sembianze, a tirarsi e respingersi, a completarsi.
I fogli, frantumati in tanti pezzetti, diventano un percorso insicuro, malfermo. Ma una volta accartocciato lascia prender vita a corpi, a maschere del mito per una metamorfosi dell’esistenza e dell’individuo attraverso la materia cartacea.
Una tematica affascinante e senza tempo per rendere tangibile l’invisibile, per lasciare che la replica dell’essere lasci posto ad altre verità, altre apparizioni.
Un pretesto per raccontarci la poetica del quotidiano, dell’incontro, dell’unione e dell’infinito movimento verso la ricerca della perfezione.
Applausi convinti per il duo Rochet-Petit, due danzatori di qualità in un contesto contemporaneo e necessario.
La programmazione del Teatro San Materno nelle prossime settimane subirà comunque una battuta d’arresto: lo spettacolo I traditori del Teatro Massimo di Palermo previsto il 22 marzo è stato cancellato ma verrà riproposto in autunno.
Giorgio Thoeni
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