Qualcuno mi sembra aver detto che «la cultura è quella cosa che fa star meglio l’uomo, solo però dopo che abbia sufficientemente mangiato» (Berthold Brecht?).
Tanta cultura “passa” per esempio attraverso i Musei. Ma quanti sono, e chi frequenta queste cattedrali laiche create da contemporanee archistar per l’immagine di un incerto culturalpotere? Di questi tempi sicuramente nessuno. Ma in altri – meno tragici e angoscianti – momenti? «Oggi i musei sono in competizione con i luna park, devono divertire le masse, intrattenere e strabiliare i visitatori». (Francesco Bonami, Corsera, 5.2.2012).
Val la pena ogni tanto rileggere i giornali di qualche anno fa… Possono a volte aiutarci a capire e a sopportare meglio il presente. E la drammatica realtà che oggi ci circonda. Che se non è quella dei tempi del Boccaccio (1350), poco forse ci manca. Certo, oggi abbiamo il digitale. Ma non possiamo fare a meno anche della sicura, antica carta. Almeno per certe nostre corporali esigenze. Sembra che per quella morbida a più strati i “grandi distributori ” siano stati in questi giorni presi d’assalto. Come i forni di manzoniana memoria.
Comunque – riprendendo dal cul… per passare alla cul…tura – leggo ancora su un Corsera del 9.2.2012: «Nell’età di Internet è in corso una revisione forzata del concetto di diritto d’autore. E ci siamo dentro tutti».
Nel frattempo sono trascorsi più di 8 anni… Ma chi fa, chi produce cultura come è riuscito nel frattempo a campare? Forse con il digitale?
Orio Galli