È morto a 70 anni per coronavirus lo scrittore cileno Luis Sepúlveda. Era stato ricoverato il 29 febbraio nel reparto malattie infettive dell’Ospedale dell’Università centrale delle Asturie (Huca) a Oviedo, a causa di una polmonite associata al nuovo coronavirus.
Nato nella città cilena di Ovalle nel 1949, visse per alcuni mesi nella selva amazzonica con gli indios Shuar, scoprendone le abitudini e i ritmi di vita improntati al profondo rispetto per la natura. A questa esperienza è ispirato il libro con il quale si è imposto sulla scena internazionale, Il vecchio che leggeva romanzi d’amore (1989; trad. it. 1993), cui molti altri hanno fatto seguito: da romanzi e racconti di fantasia, sorretti da un’intensa vena favolistica, a riflessioni dure e amare sul mondo contemporaneo con un’attenzione costante verso le tematiche ecologiste.
Scrittore apprezzato con Incontro d’amore in un paese in guerra, Patagonia Express, Il Potere dei sogni e Cronache dal cono Sud, con la favola-parabola Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, ottenne un enorme successo. Sulla scia di questo suo titolo acclamato arriveranno poi negli anni Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico, Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza, Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà, e da ultimo, nel 2018, Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa.
Militante per anni al fianco di Greenpeace, Sepúlveda è stato inoltre regista del film Ninguna parte (2001). Nel 2014 lo scrittore ha vinto il Premio Chiara alla carriera e due anni dopo, nel 2016, è stato insignito del Premio Hemingway Letteratura.
Manuela Camponovo, ne L’Osservatore Magazine n.16/2020, in uscita sabato 18 aprile, dedicherà un articolo allo scrittore cileno Luis Sepúlveda.