Impressioni di una crisi

Da Praga – Praga apripista: ritorno alla “normalità”?

Pur con diverse barriere e limiti, il ritorno alla cosiddetta normalità nella Repubblica Ceca avviene molto prima rispetto ad altri paesi dell’Europa occidentale alle prese con il virus. Praga è stata una delle città europee in cui il contagio di Covid-19 è stato gestito in maniera quasi esemplare: certo, molti settori economici hanno pagato o pagheranno per mesi la chiusura forzata, ma il sacrificio ha risparmiato i lutti e le lacrime dei più.

Alimentari e farmacie non sono mai stati chiusi: piano piano il governo, fortificato dal bassissimo numero dei decessi per tutto il corso della malattia e dalla disciplina che la stragrande maggioranza dei cechi si è autoimposta, ha deciso di aprire diverse attività. Petit à petit. Cartolerie, negozi di biciclette: ritorna nei giardini dei cechi anche la mania del bricolage, attività aiutata dalla sole raggiante che, quanto meno a Praga, in queste settimane non ha smesso di dare forza agli abitanti rinchiusi a casa.

Anche le attività sportive riprendono: molti, come in tutta Europa, hanno scoperto una vocazione da maratoneti, sepolta nel profondo dell’animo ed emersa nei giorni della quarantena forzata. Ci auguriamo, siamo sicuri, che i nuovi Usain Bolt de noantri continueranno a fare jogging e lunghe corse nei parchi (i più disciplinati durante la quarantena hanno percorso chilometri in soggiorno) anche dopo il lockdown.

Riprendono anche altre attività sportive, come il tennis. Riprende, per molti, semplicemente quella “voglia di stare insieme”, quel senso di comunità che, contrariamente all’individualismo ceco, è mancato a molti ed è stato sopportato da alcuni. Il ritorno alla cosiddetta normalità è ancora lontano, ma Praga reagisce aprendo attività e tenta con prudenza di ricominciare a correre.

Amedeo Gasparini

www.amedeogasparini.com

 

In cima