Giupponi? Di certo è originaria di Bergamo… Quando nel 2012 anni fa il m.a.x. museo di Chiasso dedicò un’antologica a Teresa Giupponi-Leiser (Sciaffusa 1922-Sala Capriasca 1993) riunendo pittura, scultura e grafica, accanto allo stupore per la qualità dell’opera nacque un rinnovato interesse biografico. Sulla scorta di ricerche archivistiche condotte in particolare da Marino Lepori, è stato possibile ricostruire la storia della famiglia, dalla prima attestazione di Antonio Giupponi nel 1856 ad Agno sino, appunto, a Teresa. In tutti gli atti è accertata la provenienza da San Giovanni Bianco (Bergamo), un popoloso borgo della Val Brembana. Proprio a San Giovanni, la medioevale Casa Ceresa – dove visse Carlo Ceresa (1609-1679), uno dei più rappresentativi pittori del Seicento lombardo – dal 13 luglio accoglie la mostra dedicata all’opera di Teresa Leiser-Giupponi. Decisive sono state l’iniziativa della Fondazione Leiser-Giupponi di Sala Capriasca e dei figli Francesca e Sandro Leiser, la collaborazione del Centro Storico Culturale Valle Brembana e del Comune, felice di accogliere questo Ritorno alle origini con l’arte, che è anche il titolo della mostra.
Una trentina le opere esposte tra pittura, grafica e scultura, a tracciare un itinerario che inizia nei primi anni ’40 del ‘900 tra Sciaffusa e Bienne, dove Teresa nel 1943 sposa lo scultore Willy Leiser, e prosegue poi in Ticino, dove la coppia si stabilisce a Treggia, Cagiallo e definitivamente a Sala Capriasca. Dal 1959, anno della prematura scomparsa del marito, Teresa vive ritirata con i figli a Sala Capriasca lavorando ad una produzione incentrata sull’arte astratta, con influssi postcubisti e riferibili alla ricerca del Bauhaus. S’inserisce nell’ambiente artistico ticinese, conosce Aldo Patocchi, xilografo di fama internazionale e direttore del Museo di Lugano, i pittori Carlo Cotti, Max Weiss, Max Marti, Cornelia Forster, Felice Filippini ed altri, l’architetto Franco Ponti, lo scultore Remo Rossi e, suo tramite, importanti artisti quali Jean Arp, Hans Richter, Italo Valenti, Ingeborg Lüscher ed altri che, come lei, avevano scelto il sud delle Alpi.
In tutta la vita partecipò solo a mostre collettive in Ticino, Svizzera e Italia; le personali sono tutte postume, questa la terza dopo quelle alla Casa Battaglini di Cagiallo (2008) e al m.a.x. museo di Chiasso (2012). La mostra è accompagnata da un catalogo curato da Dalmazio Ambrosioni, nel quale vengono approfondite le ragioni artistiche e biografiche, completate dalla ricerca sulla famiglia Giupponi.