Riapre dal 12 maggio la Pinacoteca cantonale Giovanni Züst con una speciale mostra dal titolo Jean Corty (1907-1946): gli anni di Mendrisio. Opere dalla collezione del dottor Olindo Bernasconi.
La rassegna è a cura di: Mariangela Agliati Ruggia, Paolo Blendinger, Alessandra Brambilla, Giulio Foletti.
La mostra è dedicata a Jean Corty, uno dei più apprezzati pittori svizzeri. La sua parabola artistica, consumatasi nell’arco di soli vent’anni, rivela la fascinazione per l’Espressionismo nordico subita durante gli anni della formazione a Bruxelles.
Il padre Francesco Corti era emigrato, come tanti ticinesi, spostandosi da Agno a Cernier (Canton Neuchâtel) per lavorare nelle cave; qui si era sposato e aveva dato vita a una dozzina di figli, tra cui il nostro Jean-Baptiste (che solo a partire dal 1940 modifica la finale del cognome trasformandolo in Corty). Quando si presentano non meglio precisati disturbi nervosi, l’artista viene trasferito nel Cantone di origine.
La rassegna presenta unicamente le numerose opere – paesaggi e figure – da lui dipinte durante i ricoveri presso quello che all’epoca era denominato Manicomio di Mendrisio, tra il 1933 e il 1941. Donate dal pittore stesso al suo dottore Olindo Bernasconi (1892-1941), i cui discendenti le conservano ancora, sono in gran parte inedite.
Il catalogo pubblicato in questa occasione contiene la riproduzione a colori di tutte le opere esposte e ripercorre la storia dell’Organizzazione Sociopsichiatrica Cantonale di Mendrisio, sia dal punto di vista architettonico che delle cure lì praticate in quegli anni – istituendo confronti con le altre realtà in Svizzera e in Italia -, con un cenno agli altri artisti che vi sono stati ricoverati, tra cui Filippo Franzoni e Gualtiero Colombo.