di Ottavio Lurati • L’Osservatore Magazine n.20/2020
La differenza correva tra il monatto netto e quello sporco: uno si occupava di malati (seppur gravi) di peste l’altro compiva il mesto servizio di liberare i corpi di chi non ce l’aveva fatta. E sono molti, in quel 1640 nel Luganese come documenta Graziano Gianinazzi non solo per Canobbio. Un libro esemplare, cui, in questi giorni di pandemia corre il pensiero (denso di ammirazione) anche per le notizie sul monatto: quel medesimo che dalle nostre valli (soprattutto ambrosiane, ma non solo) va a Milano durante la peste del 1638. Una parola ticinese e un servizio di solidarietà che si ricorda ancor oggi grazie al Manzoni.
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