Giovedì 28 maggio, alle ore 20.30, si terranno online due incontri di fotografia, a cura di Mia Gianini e Giuli Gibelli. Inoltre verranno presentati due video performance: Trilogia di restrizione di Nausika Stathi e Metamorphosis – Samuele Telari, racconto musicale di Roberto Falessi e Alessandro Rotili del Concorso VideoArtContest OtherMovie 2020, prodotto da Senza Meta. La partecipazione all’evento è gratuita previa iscrizione via e-mail (info@othermovie.ch) con l’indicazione del nominativo con cui vorrete accedere alla piattaforma Zoom. Riceverete l’invito un’ora prima dell’inizio. Inoltre è possibile seguire l’evento in diretta Facebook.
Mia Gianini, “Natura costruita”.
«In un futuro dove le piante non crescono più, a causa dello sfruttamento globale delle risorse, uno scienziato si trova a esplorare il pianeta che gli si presenta, grazie a una tuta che gli permette di poter respirare in un “nuovo” mondo dove la natura non esiste. Questo progetto ha lo scopo di sensibilizzare lo spettatore alle tematiche ambientali».
Giuli Gibelli, “Davanti alla verità manca sempre un pò l’aria”.
«La fotografia che rappresenta il mio progetto é un’immagine molto forte ed evocativa. Forse spiazza l’osservatore, ma per me riflette esattamente quello che tanti di noi hanno provato In questo periodo di pandemia e stanno ancora vivendo. Tutto il mio progetto evoca un misto di paura, incertezza, in un mondo come sospeso, irreale. Soggetti soli, terrorizzati, ma anche in grado di guardare dentro sé stessi. Ho cercato di usare il dolore trasformandolo in una emozione, un’energia che crea. La solitudine può e deve aiutarci a capire noi stessi sempre troppo presi dalla frenesia del mondo; non riuscivamo neanche più a sentire il suono della natura e questo ora é stato possibile. La nostra anima davanti alla tragica realtà si é palesata come un soffio, un vento, l’origine del pensiero e del sentimento. Nelle mie fotografie si entra in una dimensione parallela tratteggiata dalla luce e dal bianco. Un bianco accecante che ci spaventa e ci avvolge, ci toglie il fiato. Abbiamo vissuto una sorta di carcerazione, la stiamo ancora vivendo: le sbarre sono rappresentate da un velo sottile ma molto pesante. Sono corpi avvolti in una membrana che lascia traspirare emozioni, paure, solitudine».
Ulteriori informazioni sul sito di OtherMovie Lugano Film Festival.