21 sezioni tematiche, 12 gruppi di lavoro e, soprattutto, 1400 studiosi ed esperti di comunicazione provenienti da tutta Europa: queste sono alcune delle cifre che caratterizzeranno la settima edizione del convegno biennale della European Communication Research and Education Association (ECREA), la più importante associazione europea attiva nell’ambito della comunicazione, che avrà luogo a Lugano, al Palazzo dei Congressi, da domani, 31 ottobre, al 3 novembre.
Tra gli organizzatori accademici del convegno, oltre ai professori dell’USI Gabriele Balbi e Katharina Lobinger, anche il professor Lorenzo Cantoni, da noi intervistato per l’occasione:
Professor Cantoni, che cosa significa esattamente per Lugano essere “capitale internazionale della comunicazione”?
Tra il 31 ottobre e il 3 novembre s’incontreranno a Lugano oltre 1400 ricercatrici e ricercatori nell’ambito delle scienze della comunicazione. Il Convegno è organizzato dalla European Communication Research and Education Association (ECREA), la più importante associazione europea attiva nell’ambito della comunicazione, e ospitato dall’USI, l’Università della Svizzera italiana, e dalla città di Lugano. Per ampiezza tematica e numero di partecipanti, ECREA2018 è il più importante evento europeo del suo genere, ed è secondo solo al convegno analogo organizzato dalla ICA, l’americana International Communication Association.
E per la Facoltà di scienze della comunicazione dell’USI, che rilevanza ha l’evento?
Ospitare a Lugano ECREA2018 è per la nostra Facoltà, e direi anche per tutta l’USI, un onore e una responsabilità. È infatti anche un’occasione unica per mostrare a centinaia di colleghi quanto viene fatto all’USI in questo ambito. La nostra Facoltà di Scienze della Comunicazione – che in futuro potrà essere ribattezzata “Facoltà di Comunicazione, Cultura e Società” – è profondamente interdisciplinare: i suoi Istituti coprono numerose delle aree di ricerca presenti a ECREA. Tale varietà potrà essere manifestata chiaramente in quest’occasione. Non si tratta, naturalmente, di presentarci in modo arrogante o presuntuoso, ma di mostrare la ricchezza di approcci alla comunicazione presente nella Facoltà di Lugano.
Quali sono le novità di questa edizione ECREA?
I convegni accademici sono realizzati proprio per presentare e discutere le frontiere di ricerca, le “novità” che ricercatrici e ricercatori delle varie discipline hanno trovato. La ricerca accademica non ha solo una dimensione “individuale”, ma anche una dimensione “sociale”. È sempre anche l’impresa di una comunità di persone esperte ed appassionate, che condividono e discutono i loro risultati di ricerca e, nel farlo, promuovono il progresso delle discipline. ECREA, con le sue 21 sezioni tematiche e i suoi 12 gruppi di lavoro favorisce questa dinamica sociale, offrendo una piattaforma condivisa per la crescita delle scienze della comunicazione.
Chi sono i vostri ospiti/relatori?
Vi saranno quattro relazioni principali: di Eszter Hargittai, dell’Università di Zurigo; Lina Dencik, dell’Università di Cardiff; José van Dijck, dell’Università di Utrecht; e di Thomas Allmer, dell’Università di Stirling.
A queste si devono aggiungere diverse centinaia di contributi, presentati sia oralmente, sia attraverso una sessione di poster. È difficile rendere in sintesi questa ricchezza d’interventi: chi è interessato può trovare il programma online, all’indirizzo web dell’iniziativa.
In che modo il convegno si relaziona, si rapporta alla realtà ticinese? Che cosa significa per il Ticino parlare di “centro” e “periferia”?
Il tema di quest’anno è Centres and Peripheries: Communication, Research, Translation (Centri e periferie: comunicazione, ricerca, traduzione). Centri e periferie è un titolo polisemico che abbiamo scelto – con i due giovani colleghi Gabriele Balbi e Katharina Lobinger – per evidenziare la centralità della comunicazione nella società contemporanea e il fatto che, negli ultimi decenni, le ricerche sul tema siano diventate sempre più numerose. Con questo titolo abbiamo anche voluto celebrare Lugano e la Svizzera: territori al centro dell’Europa e al tempo stesso confinanti con molte periferie e confini. Infine, abbiamo voluto ricordare come la nostra Facoltà di scienze della comunicazione sia cresciuta e diventata centrale, nel panorama internazionale.
L’iniziativa è anche aperta al pubblico. Perché partecipare?
È senz’altro un’occasione unica per vedere lo stato dell’arte delle scienze della comunicazione in Europa e a livello globale.