«La storia della musica del futuro è una raccolta di tessere di mosaico che ricostruiscono un universo del tutto diverso dal nostro, ma anche familiare in un modo struggente»: così Ginevra Lamberti, nella prefazione del nuovo libro de I Camillas edito da People records, sintetizza il caotico futuro immaginato da Vittorio Ondedei e Mirko Bertuccioli, in arte “Ruben” e “Zagor” Camillas, testimoni del passato di un domani lontanissimo. Non si tratta di profezie o presagi, ha commentato Ruben Camillas, ospite del LongLake per un incontro curato da Lugano Buskers Festival; quello presentato nel libro fresco di stampa è il futuro ipotizzato e creato con “Zagor”, co-fondatore della band italiana morto di coronavirus il 14 aprile, pochi mesi dopo aver terminato La storia della musica del futuro. La pubblicazione è diventata così l’occasione per rendere omaggio a Mirko Bertuccioli, a cui è anche stato dedicato il concerto La Gioia delle Infradito – “Sono sempre lì a dire e fare e cantare e rovesciarvi e sorridervi”, svoltosi ieri al Parco Ciani, con la partecipazione di numerosi ospiti, nonché degli altri membri della band italiana (Enrico Liverani e Daniel Gasperini, “Michael” e “Theodore” Camillas).
Il secondo libro de I Camillas (il primo è La rivolta dello zuccherificio, pubblicato nel 2015 da Il Saggiatore), in maniera scanzonata e divertente, ma anche ironica e pungente, proietta il lettore in un mondo fantastico ed assurdo e al tempo stesso credibile e reale. Un libro caotico e disorientante che racconta “la storia della musica del futuro” e suggerisce con vivida lucidità “il futuro della musica”. Il labirintico mondo in cui ci troveremo a vivere sarà quello delle “città sonore”: l’uomo del futuro, non avendo più punti di riferimento visibili (le strade non porteranno da nessuna parte, le vie avranno tutte lo stesso nome), dovrà orientarsi seguendo modulazioni di violini, colpi di tamburo e genuflessioni di arpe. In questa realtà paradossale, dove i panini hanno la forma di piccoli direttori d’orchestra e dove agli sposi sono lanciate bobine di nastro usato, guizzano da una parte all’altra menestrelli che omaggiano i sindaci che governano le città (quattro per ognuna, per la precisione) con odi e stornelli, trasmessi dalle più importanti emittenti televisive. Commentando il passaggio del libro (tratto da Architetti dentro), dove si può leggere una sottile parodia dell’industria musicale odierna, Ruben Camillas ha aggiunto che nel futuro i musicisti avranno uno stipendio fisso, a patto che passino “l’esame di battimano”: il loro successo non sarà decretato dal plauso della folla, ma dalla loro capacità di “applaudire” il pubblico. La musica del futuro sarà contesa tra i “cattivi”, che tendono all’immobilità e al silenzio, e preferiscono l’ordine e le melodie, e i “buoni”, che accettano il caos e fanno rumore, fuggendo dalla “musica governativa”.
Lucrezia Greppi