È stato presentato venerdì 28 agosto al Palazzo dei Congressi il progetto Vincenzo Vicari fotografo. Il Ticino che cambia, alla presenza del Sindaco di Lugano Marco Borradori, del Municipale e Capodicastero Cultura Roberto Badaracco, del Direttore del MASI Tobia Bezzola e dei rappresentanti delle numerose istituzioni coinvolte.
In concomitanza con un evento storico come l’apertura del nuovo tunnel ferroviario del Monte Ceneri, la Divisione Cultura della Città di Lugano propone una serie di iniziative dedicate al fotografo Vincenzo Vicari (1911-2007), occasione preziosa per tornare a interrogarsi sui cambiamenti che hanno interessato il territorio e l’identità del Cantone Ticino nel corso del Novecento.
Conservato presso l’Archivio storico della Città, il fondo fotografico di Vicari è infatti, con i suoi 300’000 scatti, il più adatto al racconto dei decenni cruciali che vanno dagli anni Trenta ai primi anni Ottanta. Dalla cronaca alla pubblicità, dal reportage alla moda, dallo sport allo spettacolo, dall’arte alle attività produttive, dall’urbanizzazione alla ruralità, dalle foto aeree ai primi film di famiglia: sono questi gli aspetti umani e sociali che saranno raccontati in un viaggio unico, che la Città di Lugano ha voluto proporre grazie alla collaborazione di partner e sponsor d’eccezione.
Dal 29 agosto 2020 all’11 aprile 2021 una serie di esposizioni coinvolgerà alcune istituzioni e associazioni attive a diverso livello sul territorio cantonale: si comincerà con la mostra di apertura al prestigioso Museo d’arte della Svizzera italiana (MASI) a Palazzo Reali, che rappresenterà l’intera parabola professionale e artistica di Vicari, per poi approfondire con esposizioni tematiche alcuni aspetti della storia umana e sociale del Cantone. Al Museo della pesca di Caslano saranno presentati i volti dei pescatori e le vedute dal lago dei principali borghi del Ceresio; alla Casa Rotonda di Corzoneso (Fondazione archivio fotografico Roberto Donetta) sarà dato spazio all’architettura e nello specifico al confronto tra le pietre del Romanico e il cemento della nuova industria idroelettrica; all’antico Torchio delle noci a Sonvico (Archivio audiovisivo di Capriasca e Val Colla, Associazione Amici del Torchio di Sonvico) dialogheranno le fotografie di Vicari e le testimonianze orali raccolte nella regione; infine, a Villa Negroni di Vezia (Associazione Bancaria Ticinese) troverà spazio il mondo del lavoro in tutte le sue sfaccettature ed evoluzioni.
Il progetto, coordinato dalla Divisione cultura della Città di Lugano e curato da Damiano Robbiani, sancisce un primo e importante punto di arrivo del complesso progetto di valorizzazione del fondo fotografico Vincenzo Vicari, che ha permesso la catalogazione, il restauro e la digitalizzazione di oltre 5’000 negativi, grazie al sostegno di Memoriav, la rete nazionale per la salvaguardia del patrimonio culturale audiovisivo, in collaborazione con l’Istituto svizzero per la conservazione della fotografia di Neuchâtel.
Le mostre saranno completate da un volume monografico e da due progetti digitali. Vincenzo Vicari fotografo. Il Ticino che cambia , è una monografia di 352 pagine realizzata in coedizione in italiano dalle Edizioni Casagrande di Bellinzona e in tedesco dalla casa editrice zurighese Scheidegger & Spiess. Uno speciale sito internet dedicato al progetto (www.vincenzovicari.ch) permetterà di accedere a un archivio digitale di oltre 2’000 scatti geolocalizzati con la possibilità di acquistare le immagini ad alta definizione. Infine, grazie alla collaborazione con RSI, dalla piattaforma partecipativa lanostraStoria.ch sarà possibile accedere a una selezione di filmati che Vicari ha girato lungo tutto il corso della sua attività professionale, dagli anni Trenta agli Ottanta.
Un ciclo di serate a tema permetterà di approfondire alcuni aspetti della produzione di Vicari – dalla trasformazione edilizia al mondo del lavoro alla cronaca sportiva – e di rimando dell’evoluzione del territorio ticinese nel corso del Novecento, come ben dimostrerà anche l’istallazione dedicata alla fotografia aerea che sarà disponibile presso l’Archivio di Stato di Bellinzona dal 31 agosto al 12 settembre 2020.