Domanda di rito: come ha vissuto i mesi di chiusura e arresto totale dell’attività artistica e di tutto il resto?
Sicuramente sono stati mesi difficili e molto particolari, ma grazie al grande lavoro dei nostri direttori didattici e dei nostri insegnanti siamo riusciti a continuare almeno in parte il nostro percorso formativo in modalità online attraverso videochiamate con Skype e Zoom. Ovviamente abbiamo dovuto interrompere molti corsi perché impossibili da portare avanti, soprattutto con i più piccolini. Per fortuna i nostri dipendenti erano comunque tutelati e ognuno di loro ha ricevuto, anche grazie al lavoro ridotto, il 100% del loro stipendio. Un po’ più difficile la situazione per i conti aziendali che a causa dei rimborsi che abbiamo dato ai nostri allievi che non volevano seguire la formazione a distanza, a causa dell’annullamento di tutti i doposcuola che teniamo nella regione e causa dell’annullamento di saggi finali, seminari e spettacoli, hanno subito un duro colpo con una perdita di alcune decine di migliaia di franchi che purtroppo non sono state coperte da nessun ente comunale, cantonale o federale. Essendo però una realtà solida posso dire che il lockdown non ci ha colpito così duramente da mettere a rischio la nostra attività. Certo una seconda chiusura della scuola sarebbe invece deleteria.
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