Il percorso è bello in tutte le stagioni, ognuna ha la sua preziosa particolarità, tanto che appena tornata ho già voglia di rifarlo, magari in autunno con il “foliage” tanto di moda oppure in inverno con quella coltre di neve che nel 1980 ispirò la definizione di “Piccola Transiberiana”. Ed è straordinariamente variato, alternandosi campi, praterie, pianori, dove lo sguardo può distendersi nello spazio, a fitti boschi di querce, castani o faggi, a passaggi cespugliosi che lambiscono le rotaie, come i licheni, sempre con l’accompagnamento di uno sfondo montagnoso o collinare, senza trascurare gli abitati spesso aggrappati sulla rocca che domina la vallata.
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