Ogni azione della nostra vita, anche la più piccola, è responsabile della bellezza o bruttezza del mondo.
(Augusto Daolio)
Se il luogo della vostra vacanza vi risulta rumoroso, sporco, affollato… È probabile che vi troviate a Malta. Già, si sognano mare e ipogei… In realtà l’isola, nel 2018 capitale della cultura, oggi è letteralmente massacrata dal turismo che può avere una ricaduta sull’economia ma che risulta anche insopportabile per le dimensioni geografiche: oltre 1,3 milioni di visitatori all’anno e più di 60.000 studenti che vengono qui per imparare l’inglese. E dove c’è grande concentrazione di scuole, come ad esempio a St. Julians, quindi di giovani, senza voler essere discriminante, ecco la storia soppiantata da fast-food, pizzerie di basso livello (qui ho mangiato la pizza peggiore della mia vita…), locali di pseudo divertimento e potreste passare notti insonni per gli schiamazzi e al mattino aggirarvi in una sorta di bidonville, dovendo fare lo slalom tra rifiuti di ogni genere: probabilmente le offerte del divertimento attirano ma non è certo questo il luogo ideale per apprendere la lingua di Shakespeare, dal momento che quasi tutti parlano italiano, quindi viene a mancare la full-immersion e che comunque l’inglese dei maltesi non sembra molto oxfordiano.
Ogni angolo è un cantiere anche per la continua costruzione di hotel e caseggiati alti, in sostituzioni delle caratteristiche abitazioni dai suggestivi bovindo. In questo senso altri posti che eviterei sono Bugibba e St Paul’s Bay (18.000 abitanti e 10.000 posti letto), ormai una selva bianca di cementificazione che ha rovinato anche la costa, tanto si nuota nelle piscine degli alberghi, piuttosto che nel mare.
C’è da aggiungere che Malta è il regno incontrastato del traffico su ruote, eternamente congestionato, tra strade in condizioni pietose, auto in colonna e mal funzionanti servizi di autobus (lenti e sempre in ritardo, imprecisi persino nelle fermate, continuamente spostate per colpa dei lavori stradali), abbastanza accessibili i taxi.
Percorrete via della Repubblica, la strada principale della capitale, La Valletta. Ad un certo punto voltatevi e vedrete la “falange” turistica. Come Lista di Spagna a Venezia, solo che qui la via è più larga, quindi in sostituzione di un fiume semovente, avrete l’impressione di un muro di corpi che avanza minacciosamente verso di voi. Curiosamente, più scenderete verso il mare, più la folla dirada. Curiosamente, perché, mi domandavo, non si va a Malta anche per godersi lo splendido panorama sul mare, proprio dal forte e dai bastioni, in cui sfocia questa traiettoria longitudinale? No, perché ad un certo punto spariscono i negozi per lasciar posto alla caratteristica architettura locale. Mi ci sono recata la primavera scorsa e non oso pensare cosa sia d’estate (periodo sconsigliato anche per il caldo: mi hanno informata che nel 2017 ci sono stati più di 40 gradi e la gente osava uscire solo all’alba e di notte. Per il resto, tutti chiusi in casa con l’aria condizionata).
Il biglietto da visita, all’entrata della cittadina (La Valletta) è la commistione monumentale di antico e moderno realizzata da Renzo Piano, se vi piace. Altrimenti merita una visita Casa Rocca Piccola, residenza privata del tardo Cinquecento, poco nota, sempre in Republic Street, in cui potrete immergervi nell’atmosfera autentica delle famiglie nobili attraverso le epoche. Nel giardinetto interno farete anche la conoscenza del pappagallo di casa.
Pensavo di dover fare la coda per il Caravaggio (l’opera pittorica più importante posseduta dall’isola, in St. John’s Co-Cathedral), invece a parte l’immancabile gruppetto di giapponesi non ho avuto problemi. E la pace e il silenzio, almeno a La Valletta, li potrete godere nel semivuoto Museo Archeologico: prima di recarvi nei siti del neolitico, dovrete entrare qui se vorrete avvicinarvi agli esemplari originali, salvaguardati al “coperto”, come i bassorilievi o la Magna Mater provenienti da Tarxien. Da non mancare neppure il Grand Master’s Palace con le sue spettacolari sale, le mostre temporanee e i soldatini sulla piazza in una penosa imitazione di quelli del londinese Buckingham Palace.
Se i musei sono vuoti, strapieni risultano bar e ristoranti. Allora che turismo è questo? Mangia bevi gadgets e rock-and-roll…
Un’esperienza negativa dunque? Non del tutto, come vi racconterò lunedì prossimo.
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