Si è potuto dunque ascoltare (e lo si potrà fare ancora in registrazione) Moby Dick, la trasmissione di Rete Due del sabato mattina, dedicata oggi alla situazione della cultura, in particolare al teatro dopo gli ultimi provvedimenti che hanno acceso la polemica. Subito Manuele Bertoli ha risposto al corsivo di Pierre Lepori (anche questo è possibile riascoltarlo), dicendo che il giornalista nella sua critica non teneva conto “della situazione che stiamo vivendo”. Non è che non si ritiene la cultura importante ma “questa pandemia uccide la relazione e la cultura vive di relazione che purtroppo diventa velenosissima per la cultura”. Ma quello che non si è obiettato né prima né dopo durante il programma non è la gravità pandemica che nessuno può negare ma il bersaglio decisamente sbagliato. Non si va a teatro in autobus o treni stipati. La gente gira e si assiepa, nelle altre occasioni, alla fermata ad esempio dei mezzi pubblici, a volte non mette la mascherina o la indossa in maniera sbagliata, in molti bar la tracciabilità non viene osservata né obbligata, sono questi comportamenti sui quali occorre agire. Solo negli ultimi giorni si sono messi in discussione gli orari di inizio lezioni per scaglionarli ed evitare così la ressa di cui si diceva (ieri il programma Patti Chiari ha dedicato all’argomento un servizio). E non è vero, come sostenuto dal Consigliere di Stato, che non risultano contagi nelle scuole. Non viene detto tutto, ma si possono chiamare a testimonianza gli insegnanti che ogni giorno sono alle prese con la lista di assenze per contagi e quarantene sia di colleghi, sia di allievi. E si sa di casi in cui gli studenti arrivano a scuola già con dei sintomi. Ultimamente sono state predisposte le aule in modo che il docente possa tenere contemporaneamente lezioni in presenza e con la didattica a distanza. Questo avrà pure un senso.
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