Carlo Franscini per 36 anni storica colonna della Monteforno dei primati
Nato nel 1926, fu anche sindaco di Giornico, un pioniere nell’Opera Diocesana Pellegrinaggi e presidente dell’Azione Cattolica. È morto al Paganini-Re.
A 94 anni , dopo un lungo percorso seminato di bene e illuminato da una forte spiritualità, Carlo Franscini ha staccato il biglietto per il viaggio verso l’Alto, dove aveva sempre guardato e insegnato a guardare. Sì, perché per decenni è stato una colonna dell’Opera Diocesana Pellegrinaggi ed ha accompagnato un numero incalcolabile di ticinesi verso i “giardini dello spirito”. Santuari, chiese, basiliche di ogni dove: ma la meta della sua vita, la sua stella polare è stata Lourdes. In 92 anni di storia, l’ODP ha mobilitato decine e decine di volontari che a loro volta hanno guidato migliaia di pellegrini, malati, “viaggiatori dell’anima” come li chiamò Giuseppe L. Beeler, altro indimenticato timoniere di queste esperienze. Si era arrivati a una ventina di mete vicine e lontane: da Einsiedeln a Roma, da Fatima a Santiago di Compostela e inoltre itinerari in Grecia, Romania, Egitto, Giordania, Tunisia… Pagine di storia, di fede, di incontri, di ricordi di vita. Franscini aveva una memoria vivacissima, con nomi, volti, aneddoti. Amava riandare a memorabili viaggi in treno, con molteplici disagi, su sfiancanti sedili di legno. Era la cornice che rendeva segnante “quell’avventura spirituale sempre esigente” come la definì il vescovo Ernesto Togni.
La vita di Carlo Franscini è stata carica di responsabilità sia in campo pubblico sia nel mondo professionale. Di certo non ha conosciuto la monotonia, anche perché era uno che la dissolveva con la sua carica di inesauribile dinamismo, unito a una spiccata componente di praticità. Pochi fronzoli e molta essenzialità.
Nato a Giornico il 25 aprile del 1926, già a 28 anni ne divenne sindaco, succedendo al cognato avv. Alberto Stefani, nel frattempo diventato Consigliere di Stato. Nello stesso anno iniziò come vice-direttore e capo del personale alla Monteforno di Bodio, che produceva il tradizionale tondino e l’acciaio per il cemento armato: ricoprì questo ruolo per ben 36 anni. Va detto che nel 1974 il gruppo siderurgico contava ben 990 dipendenti. La cifra record nella produzione fu raggiunta nel 1993 con qualcosa come 500 mila tonnellate; sul piano dello stipendio il bilancio toccò i 33,5 milioni.
Il matrimonio con Carmen Stefani nel 1954 è stato allietato dalla nascita di Alessandro, responsabile del reparto ospedaliero cantonale a Ginevra; Paola, avvocato, direttrice da 30 anni dell’Istituto Paganini-Re a Bellinzona e lei pure sindaco di Giornico e Simona in Huber, proprietaria del Seegarten a Castagnola.
Oltre che pioniere nell’organizzare pellegrinaggi, Carlo fu anche a lungo presidente dell’Azione Cattolica a fianco di don Alfredo Leber, dal quale fu ascoltato consigliere oltre che braccio operativo.
Si è preparato con animo sereno, da cristiano convinto e coerente al Paganini-Re dove si è interessato fino all’ultimo di avvenimenti e protagonisti non solo su scala cantonale – per i quali ha avuto un’attenzione sempre molto spiccata, con un incredibile ventaglio di conoscenze – ma al panorama mondiale: leggeva i giornali, commentava, familiarizzava con le nuove tecnologie – frequenti i suoi messaggi via whatsapp – si teneva aggiornato. Carlo incarnava un’identità di vissuta saldezza morale: veniva da una generazione che esprimeva e viveva principi sani, concretezza, valori non effimeri, attenzione alla politica, amore per il mondo del lavoro, il tutto avvolto da molta umanità.
Giuseppe Zois