Gli esponenti di questo irrazionale movimento li avevo già visti e sentiti molto spesso in dichiarazioni televisive e in manifestazioni. Ma da quando è iniziata la pandemia non ne avevo mai avuto un incontro ravvicinato dal vivo. Con indecisi, dubbiosi, perplessi, scettici… sì, ma non con uno rabbioso, duro e inflessibilmente “negazionista”, anche se questo termine, usato per ben più gravi tragedie, non mi piace.
Oggi (13 gennaio) ero sul praticello della Madonna della cintura di Maroggia, con uno splendido sole caldo e meridiano, tanto che lui era seduto sulla panchina a torso nudo. Giovane, dall’accento svizzero tedesco (un connubio noto). Mi sono avvicinata per chiedergli una informazione sulla chiesa, figuriamoci, con la mascherina perché appunto era uno sconosciuto. Mi si è subito rivolto polemicamente e non riferirò nulla del suo linguaggio pittoresco (per usare un eufemismo): mi ha detto che avrei dovuto togliermi la mascherina, che è nociva e poi, nello scontro verbale, si è scatenato in tutto il repertorio: medici, giornalisti, autorità, tutti bugiardi, gli ospedali sono vuoti, le cifre ufficiali sono false, in Italia l’anno scorso sono morte più persone (voleva forse riferirsi al 2019, dato che l’anno scorso era quello dell’epidemia e che quest’anno è appena iniziato), che non si sa che fine hanno fatto i morti d’influenza e di cancro, che è la televisione che fa il lavaggio del cervello (agli altri, ovviamente), che lui non ha mai messo la mascherina e sta benissimo, che per colpa di chi mette la mascherina, saliranno i prezzi delle casse malati e dovranno pagare loro… Finendo con lo slogan di guerra: “Noi giovani vogliamo vivere”. In che modo, meglio non indagare.
È stata un’esperienza interessante, perché ho pensato che non solo nulla di quello che ragionevolmente avrei potuto dire lo avrebbe convinto, ma neppure se fosse stato trascinato a forza in un ospedale per constatare quello che succede, si sarebbe persuaso. No, appartiene alla schiera di coloro che non si arrendono mai neppure davanti all’evidenza, di quelli che pensano che la terra sia piatta, che l’uomo non ha mai messo piede sulla Luna, che discendiamo da una genia di marziani che ogni tanto arriva a farci visita, che le Torri Gemelle ecc… ecc… Ci sono studi psicologici su questo, una mentalità che è consolatoria, conveniente, se fa gruppo, comoda per non assumersi nessuna responsabilità e attribuire le colpe solo agli altri, perché sapere che non esistono verità tranne le proprie garantisce la sicurezza di avere sempre ragione, comunque. E lo sappiamo dove questo, ieri, come oggi, può portare.
Manuela Camponovo