La Cattedra Borromini, che dispensa un insegnamento annuale di alto livello nel campo degli studi umanistici, è stata voluta dall’Università della Svizzera italiana, dell’Accademia di architettura e del suo Istituto di storia e teoria dell’arte e dell’architettura (ISA), per sottolineare il proprio impegno a favore delle scienze umane, intese in senso ampio, e a sostegno del ruolo integrante che esse hanno svolto e continuano a svolgere nella creazione artistica e architettonica.
La seconda conferenza del ciclo previsto per quest’anno dalla Cattedra, giovedì 29 novembre alle 19:00 presso l’Auditorio del Teatro dell’architettura a Mendrisio, intitolata “Lo stile sulla scena mondiale”, illustrerà i modi di esportare l’architettura attraverso le Esposizioni universali dell’Ottocento, con l’edificazione di padiglioni nazionali che riflettevano la competizione tra le nazioni sul piano economico e culturale, e insieme la loro aspirazione a creare un’unità culturale interna in un’epoca segnata da mutamenti radicali sul piano economico, tecnologico e territoriale. Queste Esposizioni erano anche occasioni di dibattito sui modi più appropriati di esprimere l’identità nazionale, non soltanto nelle architetture temporanee esposte all’estero ma anche nella movimentata scena urbana in patria. Scena urbana che offriva a sua volta l’occasione per nuove discussioni sul rapporto con l’architettura vernacolare. Le Esposizioni universali e i dibattiti sul vernacolare costituiranno due delle spinte che porteranno all’ideazione dei musei all’aperto: una soluzione nuova al problema del “mettere in mostra” l’architettura, tra i cui esiti più recenti (e più vicini a Mendrisio!) annoveriamo la Swissminiatur. Relatore della serata Barry Bergdoll, Professore di Storia dell’arte presso la cattedra Meyer Schapiro della Columbia University (New York).