Si è conclusa qualche ora fa la prima presentazione, digitale e in diretta sulla piattaforma Zoom, de Il gatto con gli stivali, immaginato e creato da Marco Ferro con l’aiuto e il sostegno di vari artisti come: Stefano Pirovano, Valeria Sacco, Giulietta De Bernardi, Soledad Nicolazzi, Anna Fascendini. Mentre la sonorizzazione è affidata a Diego Dioguardi e la produzione è a cura di Campsirago Residenza.
L’idea della produzione nasce volutamente per essere visto e vissuto in digitale utilizzando linguaggi diversi e tecniche varie come il paper theatre, il teatro d’ombre, la stop motion, il disegno animato, il pop-up theatre; che sono stati molto apprezzati dal giovane pubblico presente “virtualmente”, spinti anche a utilizzare l’immaginazione – cosa che oggi viene meno in un mondo a tratti un po’ troppo elaborato – difatti, Marco Ferro ha sottolineato che l’intera scenografia è stata realizzata «lavorando con tutti i materiali disponibili in casa, dalle diverse tipologie di colle alle varie carte, fino all’utilizzo di penne, pennarelli, tempere e la lavorazione dell’argilla e della creta». Il tutto è poi stato studiato e plasmato per creare un’opera interamente digitale senza però perdere il tratto poetico del racconto. Apprezzata è stata anche l’interpretazione e la narrazione del racconto con una recitazione pulita e a tratti suggestiva. A sorprendere è in particolar modo proprio l’opera in sé che non prende spunto dalla versione di Perrault, ma piuttosto passa dalla versione dei fratelli Grimm e di Straparola fino al Cagliuso di Basile: c’è una “ristruttura” non scontata della fiaba, prima tra tutte il gatto con gli stivali è in realtà una gatta; ma anche i toni e l’ambientazione appaiono un po’ più grotteschi ma non esageratamente, e l’intenzione del racconto – ovvero, «far emergere quegli aspetti ambigui- e a tratti irrisolti – che sono propri delle vicende umane, delle loro relazioni e dei loro desideri, di cui questa fiaba è grande interprete» – viene colpita nel segno.
L’interazione tra Pippo (protagonista maschile) e la gatta (protagonista femminile) è complessa e per nulla superficiale, svelando a frammenti quella profondità emotiva che viene trascinata per tutto il racconto.
Conclusasi la storia narrata, è la vicinanza e la curiosità dei giovani spettatori a illuminare le tecniche e i linguaggi utilizzati – quella di una narrazione in tempo reale e parti scenografiche registrate, precedentemente alla diretta, tramite il cellulare e poi montate insieme – e sono proprio i bambini a voler capire e scoprire i meccanismi che si celano “dietro le quinte”, mostrandosi da un lato figli della loro generazione, quella del multimediale e del digitale, e dall’altra curiosi. Quella curiosità arcaica e intrinseca che accompagna i loro giovani anni.
Le prossime dirette sono fissate per sabato 23 e domenica 24 gennaio, alle 17.00. Il racconto avviene in diretta sulla piattaforma Zoom e della durata di circa 40 minuti (più il tempo per un incontro sul processo creativo). Per prenotare è necessario compilare il modulo di prenotazione presente sul sito www.campsiragoresidenza.it.
A prenotazione effettuata verrà inviata una mail con il link Zoom di accesso alla visione del racconto in diretta. Biglietto 10€ a connessione. Consigliato dai 5 anni.
Maria Elisa Altese