50 anni fa: la Convenzione di Ramsar per tutelare le zone umide
Alcune sono scenografiche lagune a pochi metri dal mare. Altre a prima vista potrebbero sembrare acquitrini abbandonati, pieni di zanzare e acque dai colori poco invitanti. Eppure
Il 2 febbraio 1971 è stata firmata nell’omonima città dell’Iran, la Convenzione di Ramsar, che è il primo accordo globale tra 168 Paesi finalizzato alla tutela delle zone umide, attraverso azioni di conservazione e protezione, il cui scopo è anche quello di promuoverne l’uso sostenibile e di incoraggiare le ricerche, gli scambi di dati e le pubblicazioni relativi alla loro flora e fauna.
Oggi la Convenzione di Ramsar compie 50 anni: un traguardo importante, che l’ha portata a proteggere più di 2000 zone umide (oltre 2 milioni e mezzo di chilometri quadrati), così importanti perché ci riforniscono di acqua potabile, catturano sostanze tossiche, ci difendono da alluvioni e inondazioni e contrastano il cambiamento climatico, catturando ingenti quantità di carbonio.
Le zone umide, ambienti naturali caratterizzati dalla presenza di acqua (da paludi ad acquitrini, da laghi a fiumi, da delta a lagune, torbiere e bacini anche artificiali) rappresentano ecosistemi importantissimi e custodiscono habitat fondamentali per tantissime specie di pesci, anfibi e uccelli acquatici, molti dei quali si fermano in questi spazi nel corso delle loro attività migratorie.