I paesaggi tecnologici al centro del nuovo numero di “Archi”
Che cos’è il paesaggio in un’epoca in cui anche le regioni più selvagge sono segnate dalle infrastrutture? Il nuovo numero della rivista Archi – reperibile nelle librerie e su www.espazium.ch – esplora i paesaggi tecnologici della regione alpina.
Oggi le regioni alpine sono segnate dalle infrastrutture: dighe, antenne, parchi eolici, centrali idroelettriche, nodi viari contribuiscono a trasformare il paesaggio in paesaggio tecnologico. Il nuovo numero di Archi, curato da Claudio Ferrata e Valeria Gozzi, sonda questi luoghi, interrogandosi sullo statuto del paesaggio oggi e sul suo rapporto con la nozione di territorio.
La rivista si apre con alcuni contributi che riflettono sul significato e l’origine del concetto di paesaggio: come scrive Ferrata, «è proprio quando un’industria in pieno sviluppo ha iniziato a lasciare i suoi pesanti segni sul territorio […] che la tematica paesaggistica ha trovato il suo posto all’interno delle preoccupazioni delle società moderne». Nel contributo seguente, firmato dall’esperto di storia e teoria del paesaggio Michael Jakob, vengono poi analizzate le strategie di rappresentazione grazie alle quali le infrastrutture tecniche sono entrate nell’immaginario – finendo addirittura, talvolta, per essere percepite come parte integrante del loro contesto naturale. Se ciò è stato possibile, scrive lo studioso, è per «l’elasticità del fenomeno paesaggio. Quest’ultimo è, non dimentichiamolo, un’invenzione tipicamente europea legata a un certo modo di guardare e incorniciare la natura». Nella sezione Progetti, il numero illustra – con l’aiuto delle imponenti fotografie di Marcelo Villada Ortiz – alcuni esempi di paesaggi tecnologici alpini, tra i quali il Parco eolico del San Gottardo, la nuova centrale idroelettrica del Ritom e lo svincolo dell’A2 a Mendrisio. Ulteriori approfondimenti sono dedicati al progetto della Transjurane e alle antenne ticinesi dei fratelli Alberto e Aldo Guscetti.