Cultura

Organico Scena Artistica, le donne al centro nel 20esimo festival internazionale

“Annie”, evento conclusivo della stagione OSA! © Marco Ragaini

La situazione degli ultimi mesi ha portato molti artisti ed organizzatori a guardarsi dentro, per andare oltre.  Donne radice è il tema della ventesima edizione del Festival La donna crea, ideato da Santuzza Oberholzer, che ci invita ad esplorare le profondità che ci nutrono, il contatto con la terra. Questo è un programma, in cui le storie raccontate e quelle delle creatrici si intrecciano, rivelando l’alchemico albero rovesciato, il potente simbolo che dall’antichità dai Veda indiani a Platone, ai nativi d’America, ha simbolizzato per molte culture il nostro rapporto con il cielo, con l’alto e l’altro.

Come da tradizione la stagione Osa di primavera si apre venerdì 23 aprile con l’incontro a cura di Patricia Barbetti dal tema “Donne radice” con due artiste del territorio in una nuova sede sempre a Locarno, il Palacinema. La toccante scrittura di Doris Femminis profuma di terra, sia che si occupi delle capraie della Valle Bavona, che del disagio psichiatrico giovanile contemporaneo. Masha Dimitri, partita dal Ticino giovanissima, è tornata e ripartita più volte, nutrendo le sue radici appese ad un filo. Le storie minute di un paese, una famiglia attingono alle narrazioni di donne, madri e nonne; le artiste le fanno fiorire e le trasformano. Così è cresciuta la programmazione che si china ogni anno in modo serio, scherzoso e poetico, su un aspetto della sensibilità femminile, toccandone archetipi, sogni e vissuti e trovando come per caso autrici, cantanti, attrici, registe, che ci suggeriscono nuove strade e ci portano lontano o ci riportano a casa, ognuna con uno strascico sottile o pesante di radice che forse non ci abbandona.

Prima assoluta per Quello che resta (24 aprile, Cambusateatro, Locarno), creazione di teatro danza ispirato al mito della bella Calypso prigioniera e carceriera della grotta, una riflessione sulla memoria del corpo.

Il fondo del sacco (30 aprile, Teatro di Locarno) fa rivivere una visione più sofferta della stessa valle, nella bellezza della prosa di Plinio Martini con la voce dell’attrice bellinzonese Margherita Saltamacchia e la musica dal vivo di Daniele Dell’Agnola.

La stagione teatrale prosegue all’aperto con la riscoperta, dei due nuclei di Piazzogna nel Gambarogno (23 maggio) e San Giorgio a Losone (29 maggio) con una passeggiata spettacolo: Anime e sassi del Teatro dei Fauni, storie con racconti e canti degli abitanti di un villaggio immaginario di inizio Novecento, per pubblico di ogni età.

In conclusione, Annie (4 giugno, Teatro di Minusio) è la protagonista della storia vera di una giovane madre che a fine ‘800, seguendo il suo istinto intraprende un folle viaggio: il giro del mondo in bicicletta.

Per quanto riguarda la musica Voci audaci presenta il tradizionale Circlesong (14 maggio, la fabbrica Losone), condotto da Anita Daulne, Repubblica Dem. del Congo/Belgio, Charles Raszl, Brasile, Oskar Boldre e Costanza Sansoni, Italia. Questi vocalist sono anche gli animatori dei 6 workshops di canto e improvvisazione, che si terranno sempre a la fabbrica (dal 13 al 16 maggio) con gruppi di 15 partecipanti al massimo, ancora pochi posti disponibili.

Segue il concerto dell’originale gruppo francese di nuovo folk Lolomis (21 maggio, Teatro di Minusio) dedicato a Red Sonja, strega moderna ispirata ai fumetti.

Dal 23 aprile al 4 giugno in programma 8 eventi di cui 3 a entrata libera; 6 di teatro sul tema Donne radice. Si terranno in 7 luoghi diversi anche all’aperto: a Losone, Locarno, Minusio e Gambarogno; sarà una stagione in bilico purtroppo anche a livello finanziario, vi saranno creazioni sorprendenti, per la gioia di ritrovarsi perché ora più che mai: NO CULTURE NO FUTURE.

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