Lingua Madre, gli appuntamenti della settimana
Lingua Madre – capsule per il futuro, il progetto ideato dal direttore artistico del LAC Carmelo Rifici e dalla direttrice artistica del FIT Festival Paola Tripoli – prosegue con Prometeo incatenato, creazione sonora di Carmelo Rifici; La Parola, indagine sul linguaggio; Vanitas, video artistico del progetto Metastasis di Gabriele Marangoni; Margine, la seconda parte di Un rito di passaggio di Angela Dematté. I contenuti di Lingua Madre sono accessibili gratuitamente sul sito del LAC.
Prometeo incatenato
Mercoledì 28 aprile, dalle ore 09.00
Carmelo Rifici, regista che nel suo percorso artistico ha studiato con rigore e attenzione i classici, ha realizzato una creazione sonora originale, che si avvale della partitura sonora di Zeno Gabaglio, in cui dirige Giovanni Crippa, Igor Horvat, Walter Rizzuto, Anahì Traversi, Carlotta Viscovo. Arricchiscono il lavoro, completandolo, tre affondi testuali di Maddalena Giovannelli, docente di teatro all’USI e una conferenza sul tema del sacrificio di Francesco Paolo Campione, docente di antropologia e direttore del Museo delle Culture di Lugano.
La Parola
Giovedì 29 aprile, dalle ore 09.00
Oltre cinquanta bambini e ragazzi tra gli 8 e i 24 anni riflettono sul rapporto tra parola, frase, memoria e rito collettivo, temi a loro desueti. Curato da Silvia Masotti e Camilla Zorzi, attrici di formazione, pedagoghe per vocazione, il documentario è il frutto di una tre giorni di intenso lavoro.
Vanitas (Metastasis)
Venerdì 30 aprile, dalle ore 09.00
Il secondo video artistico del progetto Metastasis ideato da Gabriele Marangoni, intitolato Vanitas, vede la collaborazione di Iris Aresu, attivista ambientale del movimento Friday For Future, Graciella Chamorro, docente di Culture Indigene all’Università del Mato Grosso do Sul (Brasile) e il compositore Francesco Giomi, direttore artistico del Tempo Reale Centro di Ricerca di Firenze.
Margine (Un rito di passaggio)
Sabato 1° maggio, dalle ore 09.00
Il secondo episodio di Un rito di passaggio, lavoro in cui Angela Dematté traduce in forma artistica una riflessione su un tema delicato come il rito funebre nell’attimo in cui il suo esercizio è stato impedito dalla crisi pandemica. Un viaggio in cui si fa accompagnare, dirigendole, dall’intensa prova delle attrici Beatrice Vecchione e Betty Colombo, che interpretano rispettivamente i ruoli della stessa Dematté e di sua madre.