Inizia con un reading pungente la seconda serata, interamente online, e fruibile anche nei giorni a venire, di Poestate 2021: a calcare il palco, o per meglio dire, a forare lo schermo, connesso da casa sua, è il poeta Guido Catalano, che regala al pubblico ticinese le sue poesie e i suoi dialoghi d’amore più intensi. Lontano dal romanticismo, è nel realismo di una concretezza ruvida che il poeta cerca il suo “ideale” d’amore: dalle difficoltà comunicative di una coppia in crisi, in Ti piacerebbe andare amore alla fine di un amore in Sapevi tutto. Poi, cambiando genere, Catalano legge le sue Fiabe per adulti consenzienti (Rizzoli), attraversate da un medesimo senso del reale e del paradosso, che, secondo l’Autore, “con il loro realismo, in piena pandemia, mi hanno aiutato molto: mi ha aiutato scriverle, mi ha aiutato pubblicarle”. Infine, ritorno all’agognato romanticismo, con una poesia sull’importanza di tenersi stretti gli affetti: “Teniamoci stretti che c’è vento forte. E sia maldetto io se mollo questa presa di salvezza”.
A seguire Fabio Jermini, presentato da Gilberto Isella. Sulla scia della sua tesi di laurea su Milo De Angelis, anche la sua poetica, stante Isella, è deangelisiana: “Nella sua raccolta poetica d’esordio – Corpi gabbia d’ali e unghie – si avvicina a De Angelis per via di inflessioni stilistiche, aspre e angolose, o per l’audacia di scelte metaforiche”. Ma una cifra personale è già riconoscibile: “Anche Jermini sovverte i parametri del realismo poetico, trasferendo alcuni tratti in un clima scrittorio dove i profili delle cose subiscono l’erosione lenta e tenace dell’immaginario, del lavoro destabilizzante dell’inconscio: il risultato è uno sguardo sempre in movimento, talvolta allucinato”.
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