Cinema

L’ultimo weekend di Film Festival Diritti Umani 2021

L’ottava edizione del Film Festival Diritti Umani Lugano (FFDUL) continua con un weekend ricco di proiezioni e approfondimenti.

A inaugurare la giornata di sabato 16 ottobre, alle ore 11.00, presso il Cinema Corso, è The First 54 Years. An Abbreviated Manual for Military Occupation di Avi Mograbi. Attraverso i 54 anni di occupazione israeliana dei territori Palestinesi, il regista indaga le logiche e il funzionamento di un’occupazione colonialista: i materiali utilizzati sono le testimonianze dei soldati e le immagini di repertorio.

Nel pomeriggio, il primo appuntamento è con Taming the Garden (Cinema Corso, ore 14.15) di Salomé Jashi, film che ha ottenuto la Menzione speciale Cinéma du Réel 2021 e il Best Feature Film FICUNAM Messico 2021 (v. L’Osservatore n.42/2021 per la recensione di Emanuele Sacchi). Nella pellicola si assiste alla sconsideratezza di un uomo di potere, che colleziona, nel suo giardino privato, alberi secolari. Una metafora, allo stesso tempo surreale e tangibile, della violenza dello sradicamento e dei rapporti privi di equilibrio tra uomo e natura. Le tematiche del film saranno poi ulteriormente approfondite in Sradicare la storia: quando la follia di un uomo plasma la natura, dove prenderanno parola la regista Salomé Jashi, Sarah Schiesser, vice responsabile Open Doors Locarno Film Festival e Antonio Prata, direttore di FFDUL. In collaborazione con Human Rights Film Festival Zϋrich.

Una storia famigliare è quella raccontata da Alexander Nanau in Toto and His Sisters, del 2014 (Cinema Iride, ore 16.00). Durante la detenzione in carcere della madre, il piccolo Toto cresce con le sorelle, che cercano di proteggerlo e di tenere unita la famiglia. Il film è stato nominato agli European Film Awards 2015. A seguire, il dibattito Sogno e speranza: come sfuggire a una vita di miseria? con Alexander Nanau, Bruno Bergomi, Presidente Fondazione Diritti Umani, Antonio Prata, Direttore di FFDUL.

Del regista Bryan Fogel, premio Oscar con il film Ikarus, al festival avremo modo di vedere The Dissident (Cinema Corso, ore 17.30). Il documentario – attraverso interviste e filmati anche inediti – indaga i moventi e i meccanismi di potere legati alla morte del giornalista saudita Jamal Kashoggi, assassinato in Turchia nel 2018. La proiezione sarà preceduta da un intervento video di Agnès Callamard, Segretaria generale Amnesty International e Relatrice speciale ONU. Al termine della proiezione, inoltre, avrà luogo il dibattito Il regno del terrore: il caso Kashoggi, con l’intervento di Claudio Guarnieri, responsabile Amnesty Security Lab. Modera Bettina Müller, giornalista RSI. In collaborazione con Amnesty International.

La giornata si concluderà con The Cave (Cinema Corso, ore 20.45) del regista siriano Feras Fayyad. Il film è ambientato in Siria, dove la pediatra Amani Ballour è la responsabile di The Cave, un ospedale sotterraneo che opera in condizioni disperate. Un lavoro disarmante che denuncia e mette a nudo le atrocità della guerra e le violenze più subdole, interne alla cultura, come il sessismo. Il film ha ricevuto una Nomination agli Oscar 2020 e ha vinto People’s Choice Award Toronto International Film Festival 2019. A chiudere, il dibattito Le atrocità della guerra, la forza di chi aiuta le vittime, moderato dal giornalista Aldo Sofia, con Julia Zuerch, medico internista (anche CICR e Medici senza Frontiere). Insieme ad un video saluto del regista Feras Fayyad. Il Film The Cave FFDUL lo dedica a Gino strada.

Oltre alle proiezioni in sala, nel corso dell’edizione, saranno disponibili alcuni film sulla piattaforma online del festival (www.festivaldirittiumani.stream).

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