Adolf Hitler non aveva dubbi. «Chi vuole capire la Germania nazionalsocialista deve prima conoscere Richard Wagner». Insieme con Friedrich Nietzsche, il compositore tedesco è stato una figura culturale di riferimento per il Führer e la teorizzazione del Nazionalsocialismo. Wagner apprezzava l’occulto pangermanico e ispirò Hitler all’idea che una battaglia antigiudaica fosse una doverosa crociata mistica. Quanto al filosofo del “superuomo”, al nazionalsocialismo egli aveva indirettamente fornito parte delle argomentazioni intellettuali. Nietzsche parlava di domatori di masse, dominio dell’Europa e dei popoli: concetti rispolverati da Hitler e i suoi intellettuali di corte. Curioso quanto ricordato da Paul Roland (The Nazis and the Occult): il giorno della nascita di Hitler, 20 aprile 1889, Nietzsche aveva scritto un commento profetico nei suoi diari. «Conosco il mio destino. Un giorno il mio nome sarà associato al ricordo di qualcosa di mostruoso». Per Hitler, Wagner aveva un potere magico.
«Per me Wagner è qualcosa di divino e la sua musica è la mia religione. Vado a questi concerti come altri vanno in chiesa». Il Führer adorava il “Parsifal” del compositore. Il quale era antisemita per gelosia professionale: disprezzava Giacomo Meyerbeer e Felix Mendelssohn. Riteneva la loro musica antitedesca e frivola e, come Hitler poi, voleva una grande Germania unificata da un’unica cultura ariana, improntata al culto della nazione. Tra il gotico e il romantico, la Germania wagneriana doveva essere purgata dagli impuri. Carl Gustav Jung credeva che Hitler avesse il potere di risvegliare gli archetipi mitologici della Germania di un tempo. Questo deriva dalla strumentalizzazione dei nazisti sia di Wagner e Nietzsche: idoli, secondo Jung, che rappresentavano la forza tedesca. In questo contesto, tra musica e filosofia, occultismo e misticismo, s’inserisce anche la riscoperta di figure nordiche e mitologiche, il tutto, rivisitato in chiave antisemita.
Una caratteristica che non era solo di origine germanica. Houston Stewart Chamberlain, figlio di un ammiraglio inglese, divenne cittadino tedesco dopo aver sposato la figlia di Wagner. Con il suocero, Chamberlain condivideva non solo un feroce antisemitismo, ma anche la passione per il lato oscuro del romanticismo tedesco. Elementi, ancora, rivistati da Hitler e Heinrich Himmler. Secondo Chamberlain gli ebrei stavano infettando il continente, dunque erano una minaccia per il progetto di una Grande Germania. Fu lui il primo a propagandare la immagine di un Gesù Cristo biondo e con gli occhi azzurri su modello ariano. Chamberlain era stato uno dei più stretti confidenti di Guglielmo II, anche lui interessato a questioni di occulto e misticismo. Dopo la disfatta tedesca nella Prima Guerra Mondiale, credeva fosse necessario un grande riscatto germanico orientato alla purezza tedesca e al nazionalismo. Nel 1923 incontrò Hitler e ne rimase colpito positivamente.
Come il Führer, Chamberlain era antidemocratico e credeva che le persone appartenessero ad un unico popolo e che fossero legati dal sangue. Fu uno dei più affascinati dall’occulto e dal misticismo post-wagneriano. Questi due elementi avevano permeato una parte della società tedesca ben prima dell’arrivo dei nazisti. Allo scoppio della Grande Guerra c’erano circa cento logge e ordini di questo genere in Germania. Molti filo-occulto e misticismo portarono la loro ideologia nelle trincee, dove trovarono giovani incubatori dell’antisemitismo, dell’occulto e del misticismo. L’uomo comune tedesco nelle trincee – ed in seguito quello della Repubblica di Weimar – era esposto agli echi nietzscheani, poi reintrodotti e strumentalizzati dal NSDAP. In questo senso, importante fu l’opera di Alfred Rosenberg. L’autore del Mito del XX secolo era uno dei fedelissimi di Hitler – partecipò al Putsch del 1923. In seguito, ministro per i Territori Orientali, l’agglomerato di Estonia, Lettonia, Lituania parte della Rutenia settentrionale.
Consigliere di Hitler per l’invasione dell’URSS, era discendente di una famiglia di Tallin; il padre era calzolaio. Direttore del Völklischer Beobachter, è stato una figura cruciale per lo spargersi dell’occulto, il misticismo e l’antisemitismo in Germania. Paranoico e arrogante – a Norimberga faceva schizzi con carboncino di giudici e avvocati – voleva dare una dimensione religiosa al Reich. Nel Mito rifiutò il concetto di immortalità dell’anima e della capacità di Cristo di salvare le anime – un’invenzione giudaica, sosteneva. Rosenberg era membro della Thule Society, che includeva anche uno dei primi mentori di Hitler, Dietrich Eckart. Che tuttavia, non visse abbastanza per vedere l’arrivo al potere del Führer, devastato dalla dipendenza da alcol e morfina. Rosenberg voleva creare una mistica chiesa nazionale del Reich, che avrebbe dovuto rimpiazzare la croce cristiana con la svastica.
Il grande avversario ideologico di Rosenberg e del suo neopaganesimo, era Clemens von Galen, vescovo di Münster, poi cardinale, che he si oppose alla diffusione a tappeto del Mito e del razzismo del teorico. Lo stesso Papa Pio XII inviò ad Hitler una nota di protesta che condannava il volume di Rosenberg. Il primo aprile 1934, nel giorno di Pasqua, inviò a diverse parrocchie una lettera pastorale dove parlava di una nuova nefasta dottrina totalitaria che poneva il concetto di razza sopra quello di moralità. Von Galen divenne vescovo nove mesi dopo che Hitler era salito al potere e morì nove mesi dopo la sua morte. Non gli diede mai tregua e si oppose alle dottrine pan-germaniche e alle atrocità naziste in campo medico. Il concetto di purificazione della razza, che da Wagner, passò da Nietzsche, poi per Chamberlain e Rosenberg, trovò nelle sperimentazioni naziste la sua concreta realizzazione.
La sterilizzazione forzata degli indesiderati non serviva solo per purificare la Germania dagli ebrei, ma anche dai malati mentali, zingari, alcolisti, accattoni, prostitute, comunisti. La grande ri-germanizzazione all’insegna di occultismo e neo-goticismo prese forma nella T4 Aktion. Anche un cugino del futuro Papa Benedetto XVI, affetto da sindrome Down, fu assassinato nell’ambito di questo programma. Nel Reich, molti psichiatri divennero membri del NSDAP e utilizzarono metodi barbari nei confronti dei pazienti. Con un decreto del primo settembre 1939, giorno dell’invasione della Polonia occidentale, si dava il via libera per la creazione delle prime camere a gas per gli “incurabili” e gli indesiderabili. Solo così la pulizia nazionalista, il ritorno al tradizionale pangermanesimo, all’occulto, al neopaganesimo, al romanticismo eroico e mistico, avrebbe potuto dirsi completa.
Amedeo Gasparini