L’architetto Aurelio Galfetti è morto
L’architetto Aurelio Galfetti, co-fondatore dell’Accademia di architettura di Mendrisio, è morto la scorsa notte a Bellinzona.
Un’ottantina i progetti che ha realizzato, che spaziano da complessi residenziali a strutture di uso pubblico, da edifici a uso commerciale fino a infrastrutture stradali. Tra le sue opere si ricordano Casa Rotalinti a Bellinzona, l’aula magna dell’USI, l’École nationale de musique di Chambéry, l’Ospedale neurospichiatrico a Mendrisio, il restauro di Castelgrande, il portale dell’autostrada e rotonda di Piazza Castello di Locarno. Nel 2001, insieme all’ingegner Luciano Schiavon, si è dedicato al progetto NET Center, a Padova, che ospita la Torre Rossa, il grattacielo più alto della regione.
Nato il 2 aprile 1936 a Biasca, eseguì i suoi studi presso il Politecnico federale di Zurigo, aprendo il proprio studio a Lugano nel 1960. Tra il 1962 e il 1980 collaborò con gli architetti della “scuola ticinese”: Mario Botta, Ivano Gianola, Flora Ruchat, Luigi Snozzi, Rino Tami, Ivo Trümpy e Livio Vacchini. Alla sua attività di architetto, nel 1984 affiancò anche l’impegno didattico. Insegnò in qualità di professore invitato al Politecnico Federale di Losanna e all’UP8 di Parigi; nel 1996, insieme a Mario Botta fondò l’Accademia di Architettura di Mendrisio, nella quale ricoprì il ruolo di direttore e di responsabile per il ciclo Master per l’Architettura del Territorio.