Il turismo, come si sa, si nutre di miti, un tempo veicolati in particolare attraverso pubblicazioni, manifesti, brochure e naturalmente dal passaparola dei viaggiatori. Il sublime, tra orrore e fascino, della natura cosiddetta incontaminata, il paesaggio alpino che tanto attrasse intellettuali, filosofi, artisti, una borghesia illuminata che del resto fuggiva già dalle città e dai rituali mondani.
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