È morta l’attrice italiana Monica Vitti
È morta l’attrice italiana Monica Vitti. Aveva compiuto 90 anni a novembre, da anni si era ritirata dalla vita pubblica a causa di una malattia generativa che l’aveva colpita. Era assente dalle scene dal 2001, quando per l’ultima sua apparizione ufficiale fu ricevuta al Quirinale per i David di Donatello. Musa di Michelangelo Antonioni, regina della commedia all’italiana al fianco di Alberto Sordi, ottenne numerosi riconoscimenti: 5 David di Donatello come migliore attrice protagonista (più altri quattro riconoscimenti speciali), 3 Nastri d’Argento, 12 Globi d’oro (di cui due alla carriera) e un Ciak d’oro alla carriera, un Leone d’oro alla carriera a Venezia, un Orso d’argento alla Berlinale, una Cocha de Plata a San Sebastián, una candidatura al premio BAFTA. In 35 anni di cinema ha realizzato 55 film.
La notizia è stata data dal marito Roberto Russo attraverso Walter Veltroni che su Twitter ha scritto: «Roberto Russo, il suo compagno di tutti questi anni, mi chiede di comunicare che Monica Vitti non c’è più. Lo faccio con dolore, affetto, rimpianto».
Il debutto, ancora ragazza, con La nemica di Dario Niccodemi, poi l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica (dove si diplomò nel ’53), e una breve ma intensa attività teatrale, da Shakespeare a Molière, da Brecht a Sei storie da ridere di Luciano Mondolfo. Poi arrivò il doppiaggio ed è proprio lì, dalla cabina di regia, mentre Monica stava prestando la sua voce a Dorian Gray ne Il grido che Antonioni disse quella frase destinata a cambiare la sua carriera e la sua vita: «Ha una bella nuca, potrebbe fare del cinema». Uno dietro l’altro arrivarono L’avventura (1960), La notte (1961), L’eclisse (1962) e Deserto rosso (1964) Accanto ad Alberto Sordi (che soffre molto per lei in Amore mio aiutami) cominciò un sodalizio che li porterà al grande successo di Polvere di stelle (1973). In mezzo ci sono le collaborazioni con i nostri più grandi registi: Ettore Scola (Dramma della gelosia accanto a Giannini e Mastroianni), Dino Risi (Noi donne siamo fatte così), Luciano Salce (L’anatra all’arancia), Nanni Loy, Luigi Comencini (due degli episodi di Basta che non si sappia in giro).
Per un approfondimento, a cura di Emanuele Sacchi, v. L’Osservatore n.06/2022, in uscita sabato 5 febbraio.