Dopo tanto tempo per molti era diventato un automatismo ed è stato interessante ascoltare i commenti della “liberazione”. Alcune persone hanno dichiarato di sentirsi un po’ nude. In qualche modo “smascherate” come declinazione metaforica. Potenza della protezione psicologica! Chi è in cerca di anonimato dovrà tornare ai vecchi sistemi di mimetizzazione. Per altri poteva essere un riparo dal freddo e dai gas di scarico (ciò che in certe culture si conosce da tanto tempo). Togliersela in ambienti, più naturali e sani, come i parchi, ha voluto dire riscoprire all’improvviso l’intensità di profumi e odori da mesi dimenticati, anestetizzati, senza quasi accorgersi. Ed è stato divertente notare gente che se l’era dimenticata sulla faccia, mentre altri mimavano il gesto di togliersela anche se non c’era! Sentirla come una sorta di arto fantasma, assente, ma di cui si continua a percepire la presenza come parte del proprio corpo. Comunque sia, teatri o ristoranti si sono riempiti in fretta, anche se in giro ci sono più persone che ancora indossano la mascherina, di quante si potesse immaginare. Per i pendolari, coloro che vanno e vengono attraverso la frontiera italiana, è come passare tra due mondi, si è creata una sorta di cortina di ferro di regole tra l’al di qua e l’al di là. Avremo positive ricadute turistiche grazie anche a questo?
Manuela Camponovo