“Croce e delizia” di Giovanna Rezzonico
S’intitola S ed è il breve ritratto di un ritratto… non riuscito. Tra i dodici racconti – accompagnati dagli altrettanti “affreschi” di Giovanna Rezzonico (storia dell’arte e lettere italiane), pubblicati nel 2021 con il titolo Croce e delizia da alla chiara fonte editore – mi ha colpito questo, S: l’immagine di un rinvio. Termina infatti con la ripetizione «ci rivedremo» «ci rivedremo» il dialogo tra il ritrattista di strada S, generalmente abile e rapido, e l’intricante modella V, di cui non ha saputo che cogliere una vaga sindone. Come mai? In lei c’è qualcosa d’inafferrabile che le provate competenze dell’artista non hanno saputo catturare. Imbarazzati, ambedue dissimulano la delusione con la promessa, forse fasulla, di rivedersi.
Capita al migliore artista di fallire. Non però quando – come evidenzia nella postfazione lo psicologo e psicoterapeuta Luciano Masi – «la nostra mente può veramente spiccare il volo verso il cielo puro delle astrazioni e del sogno, se non ha paura di attraversare le caverne buie della propria anima e portare con sé tutte le energie che ivi possano essere incatenate. Allora si ha una forte somiglianza tra la catarsi psicoanalitica e l’ispirazione artistica».
Sublimazione liberatoria? Certo, creare dà tregua al mal di vivere della condizione umana. Una tregua, nel caso di Croce e delizia, fatta di colori, abbinamenti, forme, sfumature, volti appena accennati – sindoni anch’esse – presenti sulle pagine di sinistra del bel volumetto; le immagini sono accostate a frammenti di storie, narrazioni brevi i cui personaggi sono pure appena accennati.
Elena Spoerl