SpazioReale accoglie la 65esima edizione della World Press Photo Exhibition 2022: dal 6 al 30 maggio i sotterranei dell’Antico Convento delle Agostiniane ospiteranno le 120 fotografie finaliste del prestigioso concorso di fotogiornalismo, che sin dal 1955 premia gli scatti che meglio abbiano saputo catturare un momento di grande rilevanza giornalistica. Le fotografie esposte offrono una vibrante testimonianza degli avvenimenti che sono stati al centro della scena mediatica nel corso del 2021: dagli effetti della crisi climatica ai movimenti per la rivendicazione dei diritti civili, dal problema dell’accesso all’istruzione alla conservazione delle pratiche e delle identità indigene.
Per offrire un equilibrio di prospettive più globale e dare maggiore spazio a regioni storicamente sottorappresentate, quest’anno la giuria internazionale di World Press Photo ha accantonato il modello basato su categorie “tematiche” (Attualità, Ambiente, Natura, Ritratti, Sport, Spot News e Notizie Generali), e deciso di suddividere gli scatti in base alla regione di provenienza (Africa, Asia, Europa, Nord America e America Centrale, Sudamerica, Sudest Asiatico e Oceania), poi valutati sulla base di categorie legate al “formato”: Singole, Storie (3-10 fotografie), Progetti a lungo termine (progetti su un singolo tema, 24-30 fotografie) e Open Format (nuova categoria che accoglie una gamma e/o una miscela di mezzi di narrazione in cui il principale contenuto visivo è la fotografia). Da questa prima selezione di “vincitori regionali” vengono poi estratti i “global winners”, premiati su scala mondiale.
Presentata nel corso della cerimonia di premiazione virtuale tenutasi lo scorso 7 aprile, la World Press Photo Of The Year – opera della fotografa canadese Amber Bracken – ritrae una fila di abiti appesi lungo il ciglio di una strada a Kamloops, nella British Columbia. Un gesto che vuole commemorare i 215 bambini morti alla Kamloops Indian Residential School, uno fra gli istituti attivi fin dal XIX secolo allo scopo di “assimilare” i bambini indigeni alla cultura occidentale. Gli studenti venivano allontanati dalle loro case e dai loro genitori – spesso con la forza – e veniva loro proibito di comunicare nella loro lingua. Si stima che più di 150’000 bambini abbiano varcato le porte di queste scuole prima che l’ultima venisse chiusa nel 1996, e che almeno 4’100 di loro siano morti a causa di maltrattamenti, negligenza, malattie o incidenti.
Il tema della cultura indigena fa da fil rouge anche nella serie di scatti premiati come World Press Photo Story Of The Year. Opera del fotoreporter australiano Matthew Abbott, la serie “Salvare le foreste con il fuoco” ritrae, fra gli altri soggetti, un capo tribù intento a bruciare dell’erba per proteggere la comunità di Mamadawerre dagli incendi di fine stagione. Per migliaia di anni, attraverso una pratica conosciuta con il nome di “cool burning”, gli indigeni australiani hanno bruciato strategicamente la terra per proteggere le loro foreste: le tribù si assicurano che il fuoco si muova lentamente, bruciando solo il sottobosco e rimuovendo l’accumulo di combustibile che alimenta incendi più grandi. Così facendo, impediscono che si verifichino incendi distruttivi nei mesi più caldi e secchi dell’anno.
Prosegue il dialogo, inaugurato quattro anni fa, tra la fotografia, il fotogiornalismo e il cinema come forma d’arte, ma anche come espressione della società globale. Torna la collaborazione tra la sezione Open Doors del Locarno Film Festival, SpazioReale e la World Press Photo Exhibition: una sinergia che mira ad aprire una finestra sul mondo, offrendo spunti di riflessione su ciò che ci circonda. Si segnala infine che la Città di Bellinzona ha deciso, per la prima volta nella storia di SpazioReale, di offrire l’ingresso gratuito a tutte le classi che vorranno visitare la mostra.
SpazioReale, Antico Convento delle Agostiniane, El Cunvént 4, 6513 Monte Carasso
lunedì-venerdì, 15.00-19.00 – sabato, domenica e festivi: 10.00-19.00