Lo Spazio Officina dedica una mostra a Mario Comensoli
Dal 29 maggio al 24 luglio 2022 lo Spazio Officina ospita la mostra Mario Comensoli (1922-1993): gli “uomini in blu”, a cura di Chiara Gatti e Nicoletta Ossanna Cavadini. L’esposizione è realizzata in collaborazione con la Fondazione Mario Comensoli e grazie a prestiti di istituzioni pubbliche e collezionisti privati.
Mario Comensoli (1922-1993): gli “uomini in blu” mira a presentare la produzione pittorica relativa al periodo degli “uomini in blu” di Mario Comensoli (Lugano, 1922 – Zurigo, 1993), collocandosi in tal modo tra gli approfondimenti tematici sugli artisti contemporanei legati al genius loci. L’esposizione s’inserisce inoltre nelle celebrazioni del centenario della nascita del pittore luganese. Lo Spazio Officina celebra questo anniversario ospitando una selezione di una sessantina di opere a grande formato realizzate dall’artista tra il 1953 e il 1961. Si tratta per lo più di tele in cui la figura umana è spesso l’unico soggetto che emerge prepotentemente a livello plastico e con una connotazione cromaticamente omogenea. A prevalere è il colore blu, tratto dalla tinta delle tute indossate dagli immigrati italiani che, proprio a Chiasso, trovavano una porta di accesso verso un nuovo futuro nel secondo Dopoguerra. Comensoli, figlio lui stesso di un immigrato italiano, li dipinge enfatizzando la loro condizione ma senza toni paternalistici.
Mario Comensoli non frequentò mai accademie o istituzioni ufficiali, tuttavia risulterebbe inadeguato considerarlo un autodidatta. A Lugano seguì un modello di formazione artistica legata alla frequentazione degli Atelier di artisti già affermati come Carlo Cotti e Giuseppe Foglia. Sono queste le occasioni che permettono a Comensoli di avvicinarsi alle produzioni di artisti moderni quali Modigliani, Matisse, Sironi e Picasso. La vera svolta nella sua formazione sarà la decisione di trasferirsi in pianta stabile a Zurigo nel 1944 e di intraprendere – tra il 1946 e il 1952 – frequenti viaggi a Parigi dove svilupperà insieme al pittore Giuseppe Orazi l’esperienza pittorica precedente al periodo degli “uomini in blu”, ovvero la “Peinture du mouvement”.
Oltre alla pittura su tela Comensoli si dedicò, in modo più circoscritto, alla scultura e alla pittura murale. Le fasi successive della sua produzione avranno come oggetto numerose tematiche sociali, dalle contestazioni del Sessantotto alle manifestazioni nell’Helvetiaplatz di Zurigo. Si vede così concretizzarsi per Comensoli una carriera artistica composta da circa cinquanta mostre personali e più di venti collettive.