Mostra

L’opera di Aldo Cerchiari in mostra a Santa Maria Maggiore

Sabato 9 luglio, alle ore 17.30, presso il Centro Culturale Vecchio Municipio a Santa Maria Maggiore (VB, Italia) si terrà l’inaugurazione della mostra Paesaggi come luoghi dell’anima. L’opera di Aldo Cerchiari: gli anni con Lucio Fontana e Bruno Munari. Parteciperanno al vernissage: la curatrice dell’esposizione Maria Teresa Chirico; il figlio dell’artista Luca Cerchiari, musicologo e direttore, presso l’Università di Milano-IULM, del Master in Editoria e produzione musicale, dove insegna Storia della musica pop; Rossana Buono, docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”; Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del m.a.x. museo e dello Spazio Officina di Chiasso. La mostra, a ingresso libero, sarà poi visitabile nei seguenti orari: 10-12 e 16.30-18.30, Ma-Do (dal 10 luglio al 4 settembre), Sa-Do e festivi (dal 10 settembre all’1 novembre).

Aldo Cerchiari nasce a Padova il 12 maggio 1906. Dopo vari spostamenti in Veneto e in Italia arriva a Milano, dove affianca il padre Luigi nella propria attività editoriale. Appena sedicenne Aldo si trova a dover provvedere alla famiglia, dato che Luigi lascia la moglie, Leonia Zonaro. È proprio Leonia, appassionata pittrice dilettante, a fornire al figlio Aldo i primi rudimenti della tecnica a olio e a soddisfare così un’urgenza forte, alla quale può inizialmente dedicarsi, per gli impegni di lavoro, solo parzialmente. Aldo lavora per alcune case editrici, collaborando a numerose pubblicazioni, tra cui l’Enciclopedia Moderna Italiana edita da Sonzogno e scritta a quattro mani con Edgardo Baldi; mette poi a punto, e dirige dal 1938 al 1949, un’ambiziosa Enciclopedia, di moderna concezione, per la casa editrice Hoepli. Nel 1944 incontra Elda Necchi, laureanda in Storia dell’Arte, con la quale si sposa nel maggio del 1945 a Bellagio, dove la Hoepli è sfollata. La coppia torna a Milano e, pur nelle difficoltà dell’immediato dopoguerra, vive il clima stimolante, fatto di incontri e confronti, di una città che sta rinascendo. Ben presto il salotto della loro casa diventa un luogo frequentato da artisti: Bruno Munari, intimo amico, Lucio Fontana, Ennio Morlotti, Bruno Cassinari, Roberto Crippa, Gianni Dova, Piero Manzoni, Aligi Sassu. Dal 1958 Aldo dipinge ed espone in Italia e all’estero, alternando momenti di feconda produzione ad altri di stasi, causati da una malattia che lo conduce alla morte, sopraggiunta il 15 ottobre 1971.

È la natura, e in particolare il paesaggio, l’oggetto della costante, approfondita ricerca di Aldo Cerchiari. Un paesaggio che diventa risonanza del sentire, strumento per sondare e tentare di comprendere il proprio animo. Gli inizi del suo percorso pittorico sono figurativi, attenti anche alle ricerche di altri artisti italiani e stranieri. Dopo un lungo apprendistato, che lo ha spinto a sperimentare forme e colori in disegni di varie dimensioni, alcuni anche piccolissimi, veri e propri appunti, Aldo inizia a dipingere a olio. La sua indagine, seguendo un doppio binario, lo porta da un lato alla pittura figurativa, e dall’altro, osservando la natura quasi in una sorta di zoom, a cogliere l’essenziale e a raggiungere l’astrazione. In questi lavori i titoli diventano una chiave interpretativa, rimandando a luoghi legati alla sua vicenda personale, così come lo sono quelli delle serie che indicano i temi ricorrenti della sua ricerca: Segni del tempo, Orizzonti, Atmosfere, Il silenzio. Nei dipinti degli anni Cinquanta e Sessanta la tavolozza è ridotta, spesso addirittura quasi monocroma; la materia è corposa, fortemente tattile, talvolta ottenuta con la mescolanza di colle e sabbia, per realizzare un effetto quasi tridimensionale. Negli ultimi dipinti, invece, tutto si fa più rarefatto: la tavolozza si schiarisce e la pennellata è più scarna, quasi trasparente. La natura, nella sua ampia opera, è indagata con occhio attento, pronto a cogliere e a suggerire sensazioni ed emozioni: sono i contrasti della terra riarsa dell’isola siciliana di Panarea e la sua luce abbacinante, è l’atmosfera argentea della laguna, è la linearità della pianura padana, con le sue luminosità traslucide ed evanescenti.

Per maggiori informazioni: www.santamariamaggiore.info

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