Pochi artisti a cavallo del millennio lasceranno una traccia profonda nella nostra cultura come Pierre Casè. E rimarrà memoria di pochi operatori culturali come lui, sia per l’autorevolezza come presidente della SPSAS svizzera e ticinese, sia per la lucidità di pensiero nel dirigere la Pinacoteca Casa Rusca a Locarno. Mostre straordinarie, dall’Espressionismo svizzero (Ipotesi Helvetia) a Max Bill, Asger Jorns, Tapies, Clavé, Licini, Claudio Baccalà, Lenz Kloz, Schumacher, Morandi, Benazzi, Burri… le grandi collezioni. Un decennio inarrivabile. Pochi come lui hanno scavato con passione e metodo nella storia “bassa”, popolare, recuperandone potenza e splendore al punto da farla diventare “alta”, cioè fortemente rappresentativa. Non di un luogo, di una valle, sia pure la sua Vallemaggia, ma della condizione dell’uomo rispetto alle cose, al territorio, all’universo, alla dimensione spirituale. Della storia piccola rispetto a quella grande. Qui e simbolicamente ovunque.
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